L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Le grandi aziende insieme per una nuova economia della plastica
Il 2018 segnerà l’anno di svolta per quanto riguarda il mondo degli imballaggi in plastica. Mai prima d’ora la pubblica opinione, i media e le grandi associazioni avevano dato tanta attenzione al problema dell’inquinamento da plastica, in particolare per quanto riguarda mari e oceani. È per questo che a inizio anno da Davos le più
Il 2018 segnerà l’anno di svolta per quanto riguarda il mondo degli imballaggi in plastica. Mai prima d’ora la pubblica opinione, i media e le grandi associazioni avevano dato tanta attenzione al problema dell’inquinamento da plastica, in particolare per quanto riguarda mari e oceani. È per questo che a inizio anno da Davos le più grandi aziende produttrici e distributrici di imballaggi in plastica hanno annunciato che tutta la plastica sarà riutilizzabile, riciclabile o compostabile entro il 2025.
A fare da traino la Ellen MacArthur Foundation che è riuscita a riunire sotto la stessa regia più di dieci grandi aziende che da sole producono oltre 6 milioni di tonnellate l’anno di imballaggi di plastica. Tra queste spiccano Unilever, Amcor, Ecover , evian, L’Oréal, Mars, M&S, PepsiCo, The Coca-Cola Company, Walmart e Werner & Mertz. Tutte che si sono impegnate pubblicamente a rivedere l’intero approccio industriale alla plastica. Oggi, solo il 15 per cento degli imballaggi di plastica viene riciclato.
Il passo lo dettano le grandi aziende
“È una bella notizia che molte altre grandi aziende stiano rispondendo alla sfida dei rifiuti plastici negli oceani”, ha detto Paul Polman, amministratore delegato di Unilever. “Unilever, in quanto industria di beni di consumo, deve fare ancora di più e più rapidamente in quest’ambito, ponendosi alla guida di una transizione ad un modello di consumo circolare, lontano dal take-make-dispose”.
Ed è proprio questo il punto. Se si vuole accelerare la transizione verso l’economia circolare è fondamentale che sia l’industria dei beni di consumo ad assumersi la responsabilità di fornire nuove soluzioni, investendo in tecnologie, innovazione e materiali. Nel 2016 (dati Rapporto Italia del Riciclo 2018) la produzione globale di materie plastiche è stata di 335 Mt, con un incremento del 4 per cento rispetto al 2015. In Europa la produzione globale è stata di 60 Mt, anche qui con un aumento del 3,4 per cento rispetto all’anno precedente. E sono proprio gli imballaggi ad essere il principale campo di applicazione delle materie plastiche rappresentando, in Europa, quasi il 40 per cento della plastica trasformata.
Serve dunque fare di più. Danone ha ad esempio annunciato che entro 6 anni tutti gli imballaggi saranno prodotti a partire da plastica riciclata, mentre Neslté aumenterà l’uso di materie plastiche riciclate, compreso l’uso del 25 per cento di rPet (Pet riciclato) nelle sue bottiglie in tutta Europa entro il 2025. Anche PepsiCo e Coca Cola Company hanno obiettivi ambiziosi. Quest’ultima in particolare vuole arrivare a raccogliere e riciclare il 100 per cento delle confezioni vendute entro il 2030. Un segnale certamente forte, che attende solo di vedere la sua effettiva applicazione.
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