Carlsberg, in cinque anni dimezzati i rifiuti e la CO2 (anche nella birra)

Terzo produttore nazionale (possiede anche il marchio Tuborg), ed emanazione dell’omonimo gruppo danese, Carlsberg Italia è giunta al quinto anno di pubblicazione del proprio bilancio di sostenibilità che dal 2016 viene definita ResponsiBEERity, ampliando così l’approccio dall’essere ambientalmente sostenibili a una visione che si assume una maggiore responsabilità anche dal punto di vista sociale. Che significato

Terzo produttore nazionale (possiede anche il marchio Tuborg), ed emanazione dell’omonimo gruppo danese, Carlsberg Italia è giunta al quinto anno di pubblicazione del proprio bilancio di sostenibilità che dal 2016 viene definita ResponsiBEERity, ampliando così l’approccio dall’essere ambientalmente sostenibili a una visione che si assume una maggiore responsabilità anche dal punto di vista sociale.

Che significato ha questo cambiamento? Alberto Frausin, amministratore Delegato di Carlsberg Italia, risponde così: “La chiave vincente della sostenibilità è che tutti si sentano responsabili, senza delegare ad altri, e con azioni che devono essere perseguite giorno per giorno. I risultati che abbiamo ottenuto in questi anni (dimezzamento dei rifiuti prodotti e riciclo totale di quelli residui, ndr) sono merito degli sforzi di tutte le persone che lavorano in produzione. Lo stesso vale per le aziende partner”.

 

Se non si valuta tutto il ciclo di vita del prodotto è greenwashing

Alla presentazione dell’ultimo bilancio di sostenibilità Carlsberg era presente Fabio Iraldo, docente in Bocconi e professore associato presso l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha iniziato il suo intervento in modo vivace: “Quando leggete l’etichetta di un prodotto o una qualsiasi comunicazione aziendale che parla di ambiente non fatevi trarre in inganno da dichiarazioni su singoli aspetti di maggior sostenibilità ambientale. Se non c’è alla base una valutazione sull’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del prodotto (Life Cycle Assesment, LCA) si tratta di greenwashing”. L’esempio riportato è stato quello delle bioplastiche, il cui impatto totale sulla natura è ben diverso se derivano da scarti di altre produzioni o se vengono realizzati sottraendo suolo e acqua alla produzione agricola per l’alimentazione.

DraughtMaster™, il nuovo sistema di spillatura

Carlsberg Italia ha introdotto sul mercato il sistema DraughtMaster™ con fusti in Pet riciclabili, grazie ai quali la spillatura non avviene più attraverso l’immissione di CO2. Così, migliora sensibilmente la qualità della birra e si evitano i processi di saturazione e ossidazione del prodotto.

La birra resta inalterata e garantita per oltre 31 giorni dall’apertura del fusto (rispetto ai 3/4 giorni del fusto tradizionale).

Il minor impatto ambientale certificato è pari a -29% di emissioni di CO2 per ettolitro prodotto rispetto al fusto in acciaio.

Plastica più sostenibile di vetro e acciaio

L’affermazione può apparire a prima vista paradossale, ma un’analisi dell’impatto ambientale di tutto il ciclo di vita del prodotto dimostra che in questo caso il Pet riciclabile di cui sono fatti i fusti del sistema DraughtMaster™ si rivela di minor impatto sull’ecosistema rispetto ai fusti in acciaio (che pesano di più e devono essere riportati vuoti al birrificio), e anche rispetto alla stessa quantità di birra divisa in tante bottiglie di vetro.

analisi LCA tra PET e vetro per Carlsberg
Nel caso di Carlsberg il vetro ha un impatto ambientale maggiore del PET © Carlsberg Italia

“DraughtMaster si conferma la nostra più grande innovazione: ha rivoluzionato il segmento della birra alla spina, ha avuto un impatto dirompente sul mercato ed è l’elemento accelerante del nostro impegno verso l’ambiente. Ormai oltre l’80 per cento delle nostre birre in fusto è distribuito nei fusti in Pet” ha dichiarato Alberto Frausin, Amministratore Delegato di Carlsberg Italia.

 

La presenza in Expo Milano 2015 di Birrificio Angelo Poretti

Grazie al contenuto tecnologico innovativo del sistema DraughtMaster™, il Birrificio Angelo Poretti (di proprietà Carlsberg) ha vinto il concorso per diventare Birra Ufficiale di Padiglione Italia a Expo 2015.

All’interno della manifestazione l’azienda ha voluto l’orologio degli alberi, un progetto che ha permesso di rendicontare la quantità esatta di CO2 non immessa nell’atmosfera durante i 6 mesi di Expo, grazie all’utilizzo di DraughtMaster. Secondo una formula certificata Epd (Environmental Product Declaration), sulla base delle 350.000 birre spillate nell’arco dei 6 mesi di Expo Milano 2015 sono stati risparmiati l’equivalente di 25 tonnellate di CO2, che corrispondono ai 1.150 alberi donati alla Lombardia, che Carlsberg Italia ha voluto “far vedere” piantandoli in vari Comuni, in modo da “raddoppiarne” l’impatto positivo sull’atmosfera. Il primo Comune interessato è stato Desio dove hanno trovato dimora circa 800 alberi.

numeri Poretti Expo
I numeri di Birrificio Angelo Poretti durante Expo2015 © Carlsberg Italia

I principali numeri della sostenibilità di Carlsberg Italia

Sono state 9.000 le tonnellate di CO 2 risparmiate grazie a DraughtMaster™ nel 2015, pari alla quantità di CO2 assorbita in un anno da 360.000 alberi, che coprono una superficie pari a 500 volte piazza Duomo a Milano o 1.200 campi da calcio. Nel quinquennio 2011-2015 le tonnellate di CO2 assorbita salgono a 28.000; nello stesso periodo è stata dimezzata la produzione di rifiuti, che dal 2014 vengono interamente destinati al recupero.

numeri bilancio Carlsberg
I principali numeri della sostenibilità di Carlsberg Italia

 

Buona anche per Legambiente

Carlsberg è da anni presente come fornitore a Festambiente (la festa nazionale di Legambiente). Perché è stata scelta? Stefano Ciafani, direttore generale dell’organizzazione, spiega: “Perché è una birra che innova la tradizione con una qualità non banale Nelle nostre feste non possono entrare birre di aziende che non fanno della sostenibilità ambientale una pratica quotidiana. Carlsberg ha messo in campo negli ultimi anni delle innovazioni che le ha permesso di raggiungere dei risultati significativi, come il dimezzamento dei rifiuti prodotti in cinque anni, diminuendo così anche i costi aziendali per lo smaltimento degli stessi”.

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