
In occasione della Giornata della Terra, il Future food institute organizza il 22 aprile una maratona digitale globale. L’editoriale della fondatrice.
Le erbe selvatiche commestibili crescono nei prati, ai bordi degli orti e dei sentieri: sono piante spontanee, ricche di sapore e sostanze attive. Impariamo a riconoscerle e a metterle in tavola.
Versatili e gustose, le erbe di campo rientrano tra i cibi antinfiammatori e possiedono virtù depurative e stimolanti per l’organismo. I nostri antenati lo sapevano bene e le utilizzavano molto, noi invece abbiamo perso quasi del tutto questa conoscenza. Forse perché siamo abituati a nutrirci con monotonia: oggigiorno una trentina di piante copre il 95 per cento del fabbisogno nutritivo mondiale. Consumare le piante spontanee è importante perché aumenta la gamma di sostanze nutritive e benefiche assunte con gli alimenti e ci permette di riscoprire vecchi sapori, sorprendentemente gustosi: i sapori della natura non addomesticata.
Ricca di aminoacidi, proteine, sali minerali e vitamine, è una miniera di sostanze benefiche. Si cucina come gli spinaci e va trattata assolutamente coi guanti.
Cresce nei luoghi umidi ma assolati. Le sue foglie tenere, succose e carnose sono il gustoso complemento di insalate crude o cotte. E’ una buona fonte di vitamina C, rinfrescante, depurativa e tiene sotto controllo il colesterolo.
Dalle foglie costellate di macchie bianche, ottime nelle minestre. Il succo fresco delle sue foglie contiene una certa quantità di vitamine A e C. Si raccoglie prima che compaiano i fiori.
Le foglie giovani, crude o cotte, depurano, forniscono vitamine, proteggono il fegato e rendono luminosa la pelle. I boccioli dei fiori si mettono sott’aceto come i capperi.
Dai profumati fiori violetto porpora. Raccolti appena sbocciati, recidendoli senza il picciolo, si mescolano alle insalate o si usano per preparare sfiziosi gelati. Si possono anche seccare al buio in luogo ventilato e caldo e conservare in recipienti di vetro al riparo dalla luce.
In occasione della Giornata della Terra, il Future food institute organizza il 22 aprile una maratona digitale globale. L’editoriale della fondatrice.
Otto tra le maggiori economie dell’Unione europea hanno generato, da sole, l’80 per cento della deforestazione collegata alle importazioni Ue dai paesi tropicali. L’Italia al secondo posto.
Le associazioni del biologico chiedono all’Italia di stare al passo con le strategie europee per una transizione agroecologica. Il commento della presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini.
Una ricetta insolita che unisce la barba di frate agli spaghetti e alla croccantezza dei pinoli, per un primo sano e saporito. Vegetariano e d’effetto!
La Pan Europe consumer guide 2021 ha stilato un elenco degli ortaggi, dividendoli da rossi a verdi, a seconda della presenza di residui di pesticidi.
Secondo uno studio giapponese, il consumo di alcuni alimenti nei Paesi del G7 è causa di deforestazione con una media di quattro alberi per persona.
Diffuso in tutti i paesi del Mediterraneo, il couscous è un piatto con protagonista la semola di grano duro cotta in granelli e tanti “contorni” diversi.
Durante il primo lockdown ci siamo meravigliati di come la natura avanzasse negli spazi lasciati liberi dagli esseri umani. Questo accade ogni giorno nei campi bio. Anche senza pandemia.
Materie prime di stagione, tutela del territorio e rispetto della biodiversità: la cucina dello chef tristellato Norbert Niederkofler sposa etica e sostenibilità.