Lake Baikal, Russia 🎥 pic.twitter.com/hyKRKTsG3C
— The Timeless Traveler (@TimelessTrvlr) July 20, 2024

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Con la deviazione dei flussi commerciali russi dall’Europa verso la Cina, Mosca ha la necessità di potenziare le linee ferroviarie vicino al lago Bajkal. Così, dà il via libera alla deforestazione. Sul grande lago incombe anche la minaccia del turismo di massa.
Alla fine stanno vincendo le ruspe. Il 23 luglio 2024 la Duma di Stato, la Camera bassa del parlamento russo, ha approvato in terza e ultima lettura il disegno di legge che proroga di quasi dieci anni, fino al 31 dicembre 2033, la normativa che consente il disboscamento attorno al lago Bajkal, l’enorme lago della Siberia meridionale che contiene il venti per cento delle riserve di acqua dolce non congelata del Pianeta. L’obiettivo è quello di abbattere i boschi per ampliare la rete ferroviaria e stabilire nuove rotte commerciali con la Cina.
Ma se la proroga di questa normativa, che doveva restare in vigore fino al 31 dicembre 2024, è indubbiamente dannosa per l’ambiente, il vero pericolo per il grande lago siberiano è un altro: ovvero il pacchetto di emendamenti alla legge “Sulla protezione del lago Bajkal” che, se dovesse essere approvato in via definitiva, avrebbe effetti devastanti su tutto l’ecosistema.
Il lago Bajkal, situato nella Siberia meridionale, a nord del confine russo con la Mongolia, è il lago più profondo e antico del mondo. Con i suoi 1.642 metri di profondità massima e un’età stimata di 25 milioni di anni, è un vero scrigno di biodiversità: ospita più di 1.700 specie di piante e animali, molte delle quali endemiche, come la foca del Bajkal e il pesce omul.
Oltre all’importanza dal punto di vista ecologico, il lago ha un grosso significato spirituale per le popolazioni indigene della regione, come i buriati, che considerano questo bacino d’acqua e i suoi dintorni luoghi sacri, carichi di leggende e tradizioni secolari. Sulle sue rive e in particolare sull’isola di Olkhon, infatti, ancora oggi si svolgono pellegrinaggi e riti sciamanici. Ecco perché la protezione di questi luoghi è fondamentale non solo per conservare l’ecosistema, ma anche per tutelare il patrimonio culturale di queste popolazioni.
Tuttavia, con la recente approvazione in ultima lettura del disegno di legge che consente di abbattere per altri dieci anni la natura attorno al Bajkal, il fragile ecosistema è sempre più in pericolo. La normativa, in vigore già dal 2020, permette di disboscare il territorio nella zona ecologica centrale del lago Bajkal per espandere le ferrovie Transiberiana e Bajkal-Amur (Bam, Bajkal Amur Magistral’, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo esimo anniversario dall’inizio della costruzione).
La Bam, che con i suoi oltre 4.200 km di lunghezza corre a nord della Transiberiana, fu il progetto più costoso (e sofferto) mai realizzato dall’Unione sovietica. Iniziata ai tempi di Stalin con lo sfruttamento di decine di migliaia di detenuti, e ultimata solo due anni prima del crollo dell’Urss, la Bam aveva l’obiettivo di collegare l’estremo oriente russo al resto del paese. Oggi, con la deviazione dei flussi commerciali russi che dall’Europa si sono spostati verso la Cina a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni, sta acquisendo un’importanza sempre più strategica.
Durante il suo discorso dedicato al cinquantesimo anniversario della Bam, il presidente russo Vladimir Putin ha definito questa ferrovia come un corridoio di trasporto cruciale a livello globale. “Quest’anno la capacità di trasporto della linea ha raggiunto quasi 42 milioni di tonnellate. Negli ultimi 12 anni è triplicata e il volume dei trasporti delle merci sulla Bam continua a crescere”, ha dichiarato.
Nelle zone limitrofe, tra l’altro, ci sono diversi giacimenti di risorse minerarie, alcuni dei quali non sono ancora stati sfruttati. “Questa linea è importante per l’economia russa sia in termini di trasporto delle materie prime estratte, sia per lo sviluppo delle regioni adiacenti alla ferrovia”, ricorda Pavel Ivankin, presidente del Centro nazionale di ricerca sui trasporti e le infrastrutture.
Con la Russia che si sta orientando sempre di più verso i mercati asiatici, la Bam acquisisce dunque un’importanza ancor più cruciale, come sottolinea Oleg Pudovikov, capo del dipartimento “Treni elettrici e locomotive” dell’Università russa dei trasporti. Tuttavia, secondo Pudovikov, l’attuale infrastruttura non consente di sfruttare al massimo il potenziale della ferrovia: per questo è necessario ampliare la linea.
Così, si prevede che entro il 2030 la Bam e la Transiberiana possano trasportare fino a 210 milioni di tonnellate di merci ogni anno: 37 milioni di tonnellate in più rispetto a oggi. In questo contesto, finalizzato a potenziare le due linee che corrono rispettivamente a nord e a sud del lago Bajkal, a rimetterci saranno i grandi boschi secolari che circondano l’immenso bacino d’acqua.
Quello che più spaventa gli attivisti, oltre all’allungamento del termine per ampliare la rete ferroviaria attorno al lago Bajkal, è in realtà il pacchetto di emendamenti alla legge “Sulla protezione del lago”. L’anno scorso la Duma di Stato aveva approvato in prima lettura questo disegno di legge che autorizza la deforestazione massiccia su un territorio di svariate migliaia di chilometri attorno al lago, per costruire strade, alberghi, bar e ristoranti. “La legge approvata in terza lettura il 23 luglio è indubbiamente dannosa. Ma per il Bajkal è dannosa in misura limitata, poiché la deturpazione del paesaggio può avvenire in un’area strettamente limitata lungo le ferrovie, dove attualmente non vi sono beni naturali significativi”, ha spiegato a LifeGate l’attivista per l’ambiente Evgenij Simonov, coordinatore del progetto Rivers without boundaries (RwB).
Secondo Simonov, il vero pericolo per il Bajkal è invece rappresentato da un altro progetto, quello che vuole modificare la legge sulla protezione del lago. “Se dovesse essere approvata in via definitiva, questa iniziativa consentirebbe il disboscamento e lo sviluppo delle aree naturali in migliaia di punti sulle rive del Bajkal”, ha spiegato Simonov. “Questo disegno di legge consente l’abbattimento di oltre diecimila ettari di boschi per creare strade e resort, espandere i centri abitati e rafforzare le coste. Ma la cosa che più spaventa è che spianerebbe la strada alla costruzione massiccia di infrastrutture e complessi turistici sulle rive del lago, portando alla distruzione degli ecosistemi su migliaia di ettari di terreno lungo l’intero perimetro dello specchio d’acqua. Ciò causerebbe anche un aumento dello scarico delle acque reflue e dei livelli di contaminazione. I lobbisti che promuovono questa legge minacciano con azioni penali gli attivisti che protestano, e dicono che potrebbero riconoscerli come agenti stranieri. Si stanno affrettando a far passare la legge prima del 31 luglio, quando la Duma sospenderà i lavori per la pausa estiva”.
Se questi emendamenti dovessero essere approvati, sostiene Simonov, è molto probabile che il Bajkal, la “perla della Siberia”, venga inserito già entro il 2025 nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo secondo l’Unesco.
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