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Secondo uno studio pubblicato su The Lancet e finanziato anche dalla fondazione Bill e Melinda Gates, se tutte le mamme del mondo allattassero i loro figli ci sarebbero circa 800.000 morti in meno tra i bambini e 20.000 casi in meno di cancro tra le madri.
Solo un bambino su cinque nei paesi ad alto reddito è allattato al seno per un anno, e solo uno su tre nei paesi a basso e medio reddito è allattato esclusivamente al seno nei primi sei mesi di vita. Ciò significa che milioni di bambini e di donne non godono dei vantaggi per la salute offerti dall’allattamento al seno. E’ quanto emerge da un’analisi dettagliata svolta a livello globale, grazie alla quale i ricercatori dell’Università Federale di Pelotas in Brasile hanno identificato una serie di benefici concreti dell’allattamento al seno. Ad esempio, che riduce il rischio di morte improvvisa del lattante di oltre un terzo nei paesi ad alto reddito e che in grado di prevenire circa la metà di tutti i casi di diarrea e un terzo delle infezioni respiratorie nei paesi a basso e medio reddito.
“Il nostro lavoro mostra chiaramente che l’allattamento al seno salva la vita e fa risparmiare denaro in tutti i paesi, ricchi e poveri. Pertanto, l’importanza di affrontare il problema è globale”, ha dichiarato Cesar Victora, che ha coordinato la ricerca. L’allattamento al seno, secondo gli autori dello studio, aumenta anche l’intelligenza dei bambini e li può proteggere dall’obesità e dal diabete nel corso della vita. Tra le madri, l’allattamento al seno a lungo termine riduce il rischio di cancro al seno e alle ovaie.
Il mancato allattamento al seno dei bambini sta costando parecchio all’economia mondiale: i ricercatori hanno stimato una perdita di 302.000.000.000 di dollari nel 2012 nei paesi poveri e di 231.000.000.000 di dollari nei paesi ad alto reddito.
“L’allattamento al seno è una delle poche pratiche di salute positive che è più comune nei paesi poveri rispetto a quelli ricchi, e all’interno dei paesi poveri, è più frequente tra le madri povere” ha spigato Victora. “La dura realtà è che, in assenza di allattamento al seno, il divario tra ricchi e poveri in termini di sopravvivenza del bambino è ancora più ampio”.
I motivi che stanno alla base della scelta di non allattare o di farlo per un tempo troppo breve, secondo gli autori dello studio, dipendono dalla scarsa promozione che si fa di questa pratica e dal marketing aggressivo dei produttori di alimenti sostitutivi del latte materno.
“C’è un equivoco diffuso sul latte materno, e cioè che possa essere sostituito con prodotti artificiali senza conseguenze negative. Le prove delineate nello studio, a cui hanno contributo alcuni tra i maggiori esperti del settore, non lasciano alcun dubbio sul fatto che la decisione di non allattare al seno abbia importanti effetti negativi a lungo termine sulla salute, l’alimentazione e lo sviluppo dei bambini e sulla salute delle donne”, ha concluso Victora.
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