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Dal 28 novembre al primo dicembre si è tenuto il primo Forum internazionale sulle foreste urbane, World forum on urban forests. Oltre 400 esperti da 50 paesi hanno conversato con politici, giornalisti e cittadini per disegnare la città, verde, del futuro.
Entrare a Mantova con un sole invernale e tiepido, basso sull’orizzonte in grado di creare una luce tanto tenue quanto calda, fa sempre un certo effetto. Ed è così che una delle città più belle della Lombardia ha accolto oltre quattrocento esperti da più di cinquanta Paesi di tutto il mondo per partecipare al World forum on urban forests (Wfuf 2018, Forum internazionale sulle foreste urbane) e discutere insieme, per la prima volta, dell’importanza delle foreste urbane, degli alberi, del verde in città. Le nuove isole felici, le future “oasi” che accoglieranno gran parte dell’umanità in un contesto climatico sempre più minacciato dalla desertificazione e da altri eventi estremi, conseguenze evitabili del riscaldamento globale. Un po’ quello che hanno cercato di creare i ragazzi di Openfabric attraverso installazioni artistiche verdi in giro per la città.
O almeno così sarà, se saremo in grado di pianificare le foreste del futuro, di decidere oggi cosa vorremmo da loro, cosa dovrebbero donarci. L’essere umano dovrebbe cominciare a pensare a un rapporto con il territorio diverso, un “rapporto di prevenzione, frutto di un buon lavoro di pianificazione che ci faccia convivere al meglio con la natura”, per usare le parole di Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale all’Università statale di Milano e intervenuto in uno degli incontri con la cittadinanza organizzato in collaborazione con Festivaletteratura, uno dei festival più importanti di Mantova e non solo. Del resto pianificare la presenza degli alberi in città porta solo benefici, gratis: riducono le emissioni di CO2 in atmosfera, rimuovono le polveri sottili causate dal traffico e dal riscaldamento, mitigano le ondate di calore sempre più frequenti. Una foresta urbana può portare anche a temperature inferiori di 5-6 gradi evitando disagi gravi per le persone e l’ambiente. Fare tutto ciò senza alberi avrebbe un costo per le amministrazioni sensibilmente più alto. Se solo fossimo più consapevoli di tutto ciò che gli alberi fanno per noi, ci renderemmo conto di quanto abbiamo bisogno di loro, della necessità di averne uno in ogni angolo delle nostre città.
“Le foreste e gli alberi – secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – se ben gestiti, all’interno e attorno ai centri urbani forniscono habitat, cibo e protezione per numerosi animali e molte specie vegetali. Il che contribuisce anche a salvaguardare e accrescere la biodiversità”. Ed è questo il motivo principale che ha spinto la Fao a dar vita insieme al comune di Mantova guidato da Mattia Palazzi, al Politecnico di Milano e al Sisef a questo appuntamento. “Il dipartimento che si occupa delle foreste è impegnato a contrastare la deforestazione perché la questione più importante è assicurare una fonte di sostentamento alle persone che dipendono dalle foreste – ha aggiunto il capo del dipartimento Fao, Hiroto Mistugi –. Questo aspetto riguarda tutti gli abitanti delle zone rurali, ma anche gli abitanti delle città perché gli alberi sono fonti d’acqua, migliorano la qualità dell’aria e contribuiscono a un ambiente sano”.
A presiedere il comitato scientifico del forum sono stati Stefano Boeri, architetto e urbanista, e Cecil Konijnendijk, professore dell’Università della British Columbia. “Quello su cui dobbiamo ancora lavorare è come fare il prossimo passo, quello delle azioni concrete. Abbiamo bisogno che si uniscano a noi le città e i politici, ma abbiamo bisogno che anche i cittadini ci aiutino a promuovere l’importanza degli alberi e mettere pressione sui politici perché investano sulla forestazione”.
L’architetto Boeri è stato anche protagonista di un momento intenso con il pianista Ludovico Einaudi presso la cornice del teatro Bibiena dove i due hanno conversato sul palco condividendo note e parole. “Le città sono la prima causa dei cambiamenti climatici, ma ne sono anche vittima. Ora le città possono diventare protagoniste di un grande movimento per il cambiamento”, ha dichiarato Boeri. Einaudi – che già in passato aveva partecipato a un’iniziativa di Greenpeace per l’Artico e contro i cambiamenti climatici suonando Elegy for the Arctic su un pezzo di ghiaccio sospeso nelle gelide acque norvegesi – ha poi tenuto un concerto per la cittadinanza mantovana unico e indimenticabile ispirandosi proprio a questo concetto per realizzare qualcosa di inedito.
Il forum, dunque, non ha deluso. “Ha veramente raggiunto le nostre aspettative portando insieme nello stesso luogo persone da discipline diverse come l’architettura, la forestazione, le scienze sociali, l’ingegneria, persone da tutto il mondo che condividono esperienze, esattamente come speravamo”, ha concluso il professor Konijnendijk.
Mantova Hub è il progetto pluriennale per il recupero dal degrado di aree preziose della periferia est della città lombarda, ora inagibili, nella prospettiva di una “ricucitura urbanistica e socio-economica nel segno della sostenibilità”, come ha affermato il sindaco Mattia Palazzi. Oltre alla creazione di aree dedicate alla cittadinanza e all’innovazione, come nuove piazze e un centro di ricerca, prevede anche la piantumazione di centinaia di piante autoctone.
A conclusione del forum è stata lanciata la Mantova Challenge, una sfida per le città del mondo a mettere in pratica i dati, i consigli, le tecniche di cui si sono fatti portavoce i ricercatori che hanno partecipato all’evento. Una spinta per l’adozione di azioni concrete volte a creare contesti favorevoli a una corretta gestione del verde e delle foreste urbane. Proprio come stanno facendo la stessa città di Mantova, con il Mantova Hub, il progetto per il recupero dal degrado di aree preziose della periferia, ora inagibili, nella prospettiva di ricucire tra loro le aree urbane nel segno della sostenibilità. O come sta facendo Milano che ha promesso la piantumazione di 3 milioni di alberi, da qui al 2030, per dar vita a una vera e propria foresta urbana.
Costruire città più verdi, più salutari e quindi più felici è una sfida obbligata, che dovrà tenere conto di un dato semplice e chiaro: nel 2050 quasi il 70 per cento della popolazione mondiale vivrà in città e dalle città dipenderà il successo o meno della lotta contro il riscaldamento globale.
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