
L’adozione del biologico è fondamentale per mitigare le criticità ambientali, economiche, sanitarie e sociali che siamo chiamati ad affrontare. Per questo è cruciale contrastare le azioni che ne rimandano lo sviluppo.
La ricercatrice è stata tra i primi a studiare la relazione tra i sistemi alimentari e i cambiamenti climatici e a proporre soluzioni basate su modelli matematici.
Per l’impegno, lungo tutta la sua carriera, nel comprendere e spiegare la relazione tra i sistemi alimentari e i cambiamenti climatici, la ricercatrice del Goddard institute for space studies della Nasa Cynthia Rosenzweig è stata proclamata vincitrice del World Food Prize 2022. Ideato nel 1986 dall’agronomo e ambientalista Norman Borlaug, premio Nobel per la pace, viene attribuito a chi con il proprio lavoro contribuisce a migliorare la qualità, la quantità e la disponibilità globale di cibo.
Climatologa e agronoma, Rosenzweig è stata premiata in particolare per il suo lavoro pionieristico nel tradurre in modelli scientifici l’impatto del clima sulla produzione alimentare e per aver promosso una collaborazione scientifica globale aiutando numerosi Paesi nel migliorare la loro resilienza alle sfide del nostro tempo. La ricercatrice, infatti, è fondatrice dell’Agricultural model intercomparison and improvement project (Agmip), una comunità globale di esperti di vari settori impegnata a sviluppare modelli e previsioni sulle prestazioni future dell’agricoltura alla luce dei cambiamenti climatici che ha fornito consulenza a più di 90 Paesi. Attualmente, per esempio, l’Agmip sta lavorando in Bangladesh con i coltivatori di riso per sviluppare nuove pratiche per la gestione delle risaie così da ridurre le emissioni di metano.
“Il cambiamento climatico non può essere frenato senza attenzione alle emissioni del sistema alimentare e la sicurezza alimentare globale non può essere garantita senza la resilienza alle crescenti condizioni climatiche estreme”, ha dichiarato. “Mentre entriamo in un decennio cruciale di azione sui cambiamenti climatici, la questione del cibo deve essere messa sul tavolo”.
Cresciuta a Scarsdale, New York, Cyntia Rosenzweig inizia a interessarsi di agricoltura quando, ventenne, si trasferisce con il suo futuro marito in Toscana dando avvio a una piccola fattoria. Un’esperienza a cui dà seguito una volta tornata negli Stati Uniti conseguendo, nel frattempo, la laurea in Scienze agronomiche. Già negli anni ‘80, lavorando al Goddard institute for space studies della Nasa, per prima inizia a interrogarsi sugli effetti dei cambiamenti climatici sul cibo portando la questione all’attenzione dell’American society of agronomy (Asa) e organizzando le primissime sessioni sull’argomento.
Per i successivi quarant’anni, Rosenzweig si impegna ad approfondire il rapporto tra sistemi alimentari e clima e sviluppa documentazioni e proiezioni basate su osservazioni e modelli matematici che oggi vengono utilizzati da decision maker in tutto il mondo. In qualità di pioniere in questo campo, partecipa alle valutazioni globali dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), mentre il suo lavoro contribuisce alla definizione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Un mese prima dell’annuncio del premio ha lavorato a uno studio che dimostra come il sistema agroalimentare sia il responsabile di circa un terzo di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica.
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