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Presentato il progetto di riconversione dell’intera area, che da centrale termica diventerà un villaggio turistico a pochi passi dal parco regionale del Delta del Po.
Una riqualificazione urbana in chiave sostenibile. È questo il progetto Delta Farm presentato a Porto Tolle lo scorso 17 aprile, che prevede la completa dismissione e demolizione della centrale elettrica, per far posto ad un villaggio turistico aperto agli imprenditori locali. Un modo per riqualificare e riconvertire l’area industriale, che a regime dovrebbe occupare almeno 400 addetti a pochi passi dal Delta del Po.
L’iniziativa fa parte del più ampio programma Futur-e promosso da Enel e che coinvolge 23 centrali elettriche sparse in tutto il territorio italiano. “Un modello che attraverso bandi pubblici e concorsi di progetti, possibili soluzioni circolari, sostenibili e di lungo periodo sia in grado di trasformare queste 23 centrali in una nuova opportunità di sviluppo per il territorio”, spiega il gruppo.
A vincere il bando a maggio 2016 è stato il Gruppo Human Company, dopo le valutazioni di Enel, del Politecnico di Milano, dell’università di Padova e del Comune di Porto Tolle. Il villaggio Delta Farm sorgerà su una superficie di 110 ettari. Di questi 20 saranno forestati, il restante sarà dedicato ad attività commerciali, all’ospitalità e allo sport. Un investimento di circa 60 milioni di euro e un progetto che, secondo i vincitori del bando, dovrebbe essere completato in dodici mesi dall’inizio dei lavori.
La formula scelta è quella del villaggio aperto, ovvero una struttura aperta a tutti gli imprenditori della zona e pensato quindi per dare un impulso alle attività commerciali tradizionali del polesine: agricoltura, pesca e ovviamente turismo, in particolare quello naturalistico e sportivo.
La centrale iniziò a produrre energia elettrica nel 1980, e fino alla fine degli anni ’90 produceva fino al 10 per cento dell’energia nazionale (10-15 miliardi di kWh l’anno). La produzione è poi scesa fino al 2009, anno in cui ha smesso l’attività. In quegli anni si era paventata la possibilità di convertirla a carbone, ma gli iter autorizzativi non sono mai arrivati a compimento, tanto che nel 2014 Enel decideva di abbandonare il progetto definitiva mente. Le associazioni ambientaliste in quegli anni chiesero una riconversione alle rinnovabili, anche per riassorbire i dipendenti dell’ex centrale. Progetto però mai avviato.
Si apre dunque un nuovo capitolo per la centrale di Porto Tolle, che porterà nuova linfa in un territorio tra i più ricchi di natura dell’intero territorio nazionale.
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