
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
In Islanda il primo progetto per ridurre le emissioni di CO2, pompandola nel sottosuolo. In pochi mesi si trasforma in roccia.
È da tempo che se ne parla e molti sono gli esempi di cattura e di stoccaggio della CO2 (in gergo tecnico Ccs, ovvero Carbon capture and sequestration). Nello specifico il sistema viene oggi impiegato in alcune centrali termoelettriche, a gas o carbone, per ridurre le emissioni in atmosfera del processo di combustione.
Ma i costi della tecnologia e soprattutto il problema di trovare gli spazi adatti dove stoccare l’anidride carbonica evitando fuoriuscite non controllabili, rendono questo sistema ancora poco utilizzato. Per questo il nuovo esperimento chiamato Carbfix e ideato da un team di scienziati internazionali, potrebbe cambiare le sorti della cattura e dello stoccaggio della CO2.
In Islanda, terra ricca di rocce basaltiche, i ricercatori hanno infatti dimostrato che è possibile pompare il gas nel sottosuolo e soprattutto che questo, in determinate condizioni fisico chimiche, si trasforma in una roccia carbonatica.
Lo studio, pubblicato su Science, dimostra per la prima volta che è possibile stoccare la CO2 in maniera permanente e stabile. E ciò che più colpisce sono i tempi di trasformazione. Se una roccia impiega ere geologiche per diventare tale, con Carbfix l’anidride carbonica precipita in roccia carbonatica in meno di 2 anni. Un battito di ciglia per la geologia.
In più è stato dimostrato come il 95 per cento del gas, pompato tra i 400 e gli 800 metri di profondità, tra le rocce basaltiche (di origine vulcanica) si trasforma in roccia. Percentuale decisamente elevata. “I nostri risultati – si legge nell’articolo – dimostrano che lo stoccaggio a lungo termine delle emissioni di CO2 di origine antropica attraverso la mineralizzazione può essere molto più veloce di quanto precedentemente ipotizzato”.
“Le rocce carbonatiche nono fuoriescono dal sottosuolo, è ciò dimostra che abbiamo sviluppato un metodo sicuro e a ridotto impatto per stoccare la CO2”, ha dichiarato Juerge M. Matter, a capo dell’esperimento. “D’altra parte il basalto è la roccia più comune della Terra, il che significa avere enormi potenzialità di stoccaggio”. La base dell’esperimento è stata la centrale geotermica di Hellisheidi, poco fuori la capitale islandese. Qui dal 2012 vengono pompate nel sottosuolo 5 mila tonnellate di CO2 l’anno, trasformate successivamente in roccia.
Perché la trasformazione abbia successo, servono però enormi quantità d’acqua. Il gas infatti viene miscelato con il liquido per abbassarne il pH e far sì che agisca chimicamente con i basalti circostanti. In proporzione si usa il 95 per cento di acqua, contro il 5 per cento di anidride carbonica. Secondo i ricercatori sarebbe comunque possibile utilizzare l’acqua di mare. Oltre al fatto che costruire centrali con questi sistemi richiederebbe costi elevatissimi. Per ora si tratta del primo passo che potrebbe portarci a trovare la soluzione per ridurre le emissioni climalteranti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Prorogati per il 2025 gli impegni militari per una spesa di quasi 1,5 miliardi, confermato anche il sostegno alla Libia. E quelle armi verso Israele…
Conosciamo i vincitori e le vincitrici del Goldman environmental prize 2025, il più prestigioso riconoscimento internazionale per gli attivisti ambientali.
Un viaggio lungo la linea del Tap cinque anni dopo l’entrata in funzione del gasdotto che attraversa l’Europa da est a ovest.
Papa Francesco, guida audace e inclusiva, ha traghettato la Chiesa nel nuovo millennio, rompendo tradizioni e abbracciando la diversità. Qui un tentativo di raccogliere la sua eredità.
Una missione scientifica in un atollo della Polinesia francese ha permesso di scoprire l’esistenza di coralli che sopravvivono in acque molto calde.
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.
Per anni Chevron ha inquinato e alterato la costa vicino a New Orleans, negli Stati Uniti, andandosene senza bonificare