
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Le Seychelles hanno esteso la tutela della loro area marina, arrivando a proteggere 400mila chilometri quadrati.
Le acque delle Seychelles, arcipelago di 115 isole che sorge nell’oceano Indiano, sono uno straordinario hotspot di biodiversità e ospitano un elevato numero di specie endemiche. Il vasto territorio oceanico delle Seychelles si estende per 1,3 milioni di chilometri quadrati e comprende variegati habitat marini, dalle barriere coralline a foreste di alghe sottomarine, fino all’ambiente pelagico. Questa inestimabile ricchezza naturalistica è, ora, un po’ più al sicuro.
Il presidente della repubblica del Paese africano, Danny Faure, ha infatti annunciato l’estensione dell’area marina protetta delle Seychelles. Grazie all’approvazione di tredici nuove zone di tutela, sarà protetta un’enorme area marina che si estende per un totale di 410mila chilometri quadrati, circa un terzo del territorio oceanico delle Seychelles, un’area più ampia della Germania.
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Questo risultato è frutto dello scambio debito-natura siglato nel 2012 dal governo delle Seychelles e dall’associazione Nature Conservancy. La nazione insulare si era impegnata a barattare parte del proprio ingente debito pubblico con l’attuazione di misure di conservazione delle sue acque e di adattamento ai cambiamenti climatici.
Nature Conservancy aveva concesso alle Seychelles un prestito di 21,4 milioni di dollari, con l’obiettivo di “fornire un flusso monetario per finanziare la tutela della barriera corallina, della pesca e dell’adattamento degli ecosistemi ai cambiamenti climatici, nonché per migliorare la salute finanziaria”.
“Dopo sei anni di duro lavoro, pianificazione e oltre 200 riunioni di consultazione, oggi posiamo la terza e ultima pietra miliare nello sviluppo di un piano di protezione delle acque delle Seychelles – ha dichiarato Danny Faure -. Comprendendo l’importanza dell’oceano per il popolo della nostra nazione, alla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile del 2012 a Rio de Janeiro, ho avuto l’opportunità di annunciare la coraggiosa decisione di aumentare l’area marina protetta dallo 0,04 al 30 per cento entro il 2020. Molto prima dell’attuale obiettivo globale di tutelare il 30 per cento degli oceani entro il 2030. Le Seychelles sono oggi dieci anni avanti rispetto agli obiettivi internazionali”.
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Circa metà delle nuove aree marine protette, quelle definite “ad alta biodiversità”, avrà tutele analoghe a quelle dei parchi nazionali marini, non saranno pertanto consentite attività economiche come la pesca, l’estrazione o la trivellazione. Nelle restanti aree, a “media biodiversità”, saranno invece consentite determinate attività economiche, soggette a regolamentazione.
La biodiversità marina delle Seychelles è minacciata dalla pesca eccessiva, dalle sostanze inquinanti che dalla terraferma vengono riversate in mare e dal degrado degli habitat a causa dell’esplorazione e dell’estrazione petrolifera offshore, nonché dall’aumento della temperatura dell’acqua.
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L’obiettivo delle nuove aree protette è proprio salvaguardare questi delicati ecosistemi che ospitano specie minacciate, come le tartarughe verdi (Chelonia mydas), le tartarughe embricate (Eretmochelys imbricata) e una delle ultime popolazioni di dugonghi (Dugong dugon) dell’oceano Indiano.
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