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Per l’Earth Day, Sodastream annuncia la sua strategia di sostenibilità e lancia una piattaforma ricca di consigli per uno stile di vita più consapevole.
“Don’t just share, care”. Con questo motto Sodastream, produttrice dell’omonimo gasatore d’acqua per uso domestico, invita la sua community a dimostrare con i fatti la propria attenzione verso il Pianeta, lanciando una nuova piattaforma che condivide tanti consigli pratici con piglio giocoso. La Giornata della Terra diventa così l’occasione per ripensare all’impatto ambientale delle proprie abitudini e adottare quei piccoli cambiamenti che, giorno dopo giorno, possono fare la differenza. Per dare il buon esempio in prima persona, l’azienda ha messo nero su bianco la strategia di sostenibilità che la guiderà da qui ai prossimi anni.
Le bottiglie riutilizzabili SodaStream già di per sé aiutano a ridurre la propria impronta ambientale perché sono un’alternativa rispetto all’acquisto delle casse di acqua. Per la precisione, si stima che adottando questo sistema una famiglia italiana media possa fare a meno di 1.473 bottiglie di plastica usa e getta nell’arco di quattro anni.
“Un recente sondaggio ha dimostrato che l’84 per cento dei nostri clienti riconosce l’impatto ambientale positivo dei prodotti SodaStream e quasi l’80 per cento ha ammesso di essere diventato più rispettoso dell’ambiente”, afferma Petra Schrott, direttrice marketing di SodaStream Italia. Ora il marchio promette di togliere dalla circolazione quasi 78 miliardi di bottiglie di plastica entro il 2025, ben 11 miliardi in più rispetto ai piani annunciati l’anno scorso.
Dalla fine di quest’anno l’azienda inizierà inoltre a confezionare i suoi concentrati nel metallo. Il risultato stimato? Altri 200 milioni di bottiglie di plastica in meno entro il 2025. Nel frattempo il reparto di ricerca e sviluppo è all’opera per realizzare i primi gasatori con materiali riciclati o a base vegetale entro il 2023.
Anche il packaging ha il suo peso. Riprogettandolo per fare a meno dei manici in plastica sono stati evitati altri 6 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all’anno. Già oggi gli imballaggi sono fatti in cartone riciclato e sono a loro volta riciclabili almeno per il 90 per cento, ma l’idea è quella di renderli ancora più eco friendly.
Con lo stile dissacrante che lo caratterizza, il brand ha annunciato la sua campagna ambientale attraverso un ironico video che ha come protagonista l’imprenditrice statunitense Randi Zuckerberg. Chi meglio di un’addetta ai lavori (e sorella del fondatore di Facebook) può convincere le persone sull’importanza di fare qualcosa di concreto, oltre a condividere gli immancabili appelli sui social media? “Mi sento così fortunata per il fatto che il mio cognome mi abbia dato l’opportunità di accrescere la consapevolezza su questioni a cui tengo, come l’ambiente”, commenta la testimonial.
“I social media fanno un grande lavoro mettendo in luce le cause e i temi a cui le persone si appassionano e spargendo la voce tra amici e conoscenti. Attraverso Facebook sono stati raccolti miliardi di dollari per cause importanti”, sottolinea Zuckerberg. “Ma dobbiamo ricordarci che non viviamo in un mondo soltanto digitale (anche se potremmo avere quest’impressione, dopo lo scorso anno!)”. Insomma, i social media sono uno strumento ma non una soluzione. “È meraviglioso condividere con la propria community e dare il buon esempio online, ma dovremmo ricordare che a definirci è il modo in cui ci comportiamo e ciò che facciamo quando nessun altro ci sta guardando, sta twittando o ci sta mettendo un like”, conclude.
Da un lato c’è l’impatto ambientale generato dai prodotti e dalle pratiche d’uso delle persone. Dall’altro lato c’è quello dei processi produttivi. Il gruppo PepsiCo, a cui SodaStream fa capo, garantisce che entro il 2030 tutte le sue strutture di proprietà saranno alimentate soltanto da energie pulite; nel 2020 questo obiettivo è stato raggiunto all’interno dei confini degli Stati Uniti. Il suo vasto piano climatico punta inoltre ad azzerare le emissioni nette entro il 2040, con dieci anni di anticipo rispetto a quanto disposto dall’Accordo di Parigi. Già entro il 2030 la multinazionale vuole tagliare del 40 per cento le emissioni assolute lungo l’intera catena del valore.
Si inseriscono in questo contesto anche gli investimenti di SodaStream nelle rinnovabili: nel 2020 l’energia solare soddisfaceva il 2 per cento del fabbisogno energetico totale del suo stabilimento, ma entro il 2022 arriverà al 10 per cento.
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