Svizzera, i cittadini hanno deciso: la carbon neutrality è legge

Cosa cambia dopo il referendum in Svizzera del 18 giugno, concluso con uno schiacciante 59,1 per cento dei voti a favore della legge sul clima.

  • Domenica 18 giugno 2023 si è tenuto il referendum sulla legge svizzera sul clima.
  • Il 59,1 per cento degli elettori ha votato sì.
  • Ciò significa che l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 diventa giuridicamente vincolante.

La Svizzera dovrà azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050, raggiungendo la cosiddetta carbon neutrality. Lo hanno voluto i cittadini, interpellati per un referendum sulla nuova legge federale sul clima, l’innovazione e la sicurezza energetica. La consultazione si è tenuta domenica 18 giugno e ha restituito un risultato netto: i sì sono stati il 59,1 per cento.

Com’è andato il referendum in Svizzera

La testata Swissinfo fa sapere che il 42 per cento degli aventi diritto si è recato alle urne: una percentuale piuttosto bassa rispetto alla norma, ma comunque sufficiente per restituire un verdetto, visto che – a differenza di quanto accade con i referendum abrogativi in Italia – non è previsto quorum.

Tra chi ha votato, la maggioranza è stata schiacciante: il 59,1 per cento si è espresso a favore della nuova legge svizzera sul clima, solo il 40,9 per cento ha optato no. Nei cantoni di Ginevra e Basilea città i sì sono stati addirittura, rispettivamente, il 74,5 e il 73,3 per cento. Soltanto in 7 cantoni su 26 il testo è stato bocciato.

Il risultato era stato previsto da alcuni sondaggi ed è anche coerente con la posizione del parlamento e del governo svizzero. Soltanto un partito, l’Unione democratica di centro, si era espresso contro la legge sul clima, indicendo quindi il referendum per chiedere il sostegno della popolazione.

manifestazione per il clima in Svizzera
Una manifestazione per il clima in Svizzera © Dominika Zarzycka/NurPhoto via Getty Images

Cosa cambia dopo il sì alla legge sul clima

La legge sul clima nasce come controprogetto indiretto all’Iniziativa per i ghiacciai, lanciata da una vasta coalizione di gruppi, attivisti e accademici ma bocciata dall’amministrazione svizzera perché ritenuta troppo estremista (tra le altre cose, chiedeva di vietare i combustibili fossili a partire dal 2050).

La nuova legge federale sul clima, ora avallata dagli elettori svizzeri, rende giuridicamente vincolante l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. Per favorire la transizione energetica, stanzia incentivi finanziari per i cittadini che sostituiscono i vecchi impianti di riscaldamento o migliorano l’isolamento termico degli edifici, ma anche per le imprese che investono in tecnologie per abbattere le emissioni.

Ai settori più problematici, come l’agricoltura e gli inceneritori, viene lasciata la possibilità di utilizzare tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2. Ad oggi esse sono ancora in fase di sviluppo, tant’è che alcuni dubitano della loro efficacia (oltre che dei costi).

Va ricordato che questa è una legge quadro, il che significa che stabilisce gli obiettivi e i traguardi intermedi: ci vorranno poi altre leggi, più specifiche, per definire come raggiungere ciascun obiettivo.

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