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Il 14 luglio è stato presentato il progetto di cura del verde partecipata al Parco Monte Stella di Milano: un’occasione per imparare dalla natura.
Riqualificazione urbana, tutela del verde, didattica, ricerca scientifica: da qualche anno, il Parco Monte Stella, sorto oltre settant’anni fa sulle macerie della guerra e trasformato da luogo di distruzione in luogo di bellezza, è diventato un vero e proprio laboratorio di gestione comunitaria del verde attraverso il progetto “Lavori al Monte Stella. Partecipazione e territorio“. L’iniziativa, che segue una prima fase del 2019 di semplice messa in sicurezza della “montagnetta di San Siro”, è stata presentata a Milano lo scorso 14 luglio a Palazzo Marino in conferenza stampa. In questa occasione, per spiegare i benefici del progetto, erano presenti alcuni dei rappresentanti delle realtà coinvolte.
A moderare l’incontro è stato Stefano Oldani, presidente dell’associazione capofila, AmbienteAcqua. Ha spiegato come l’idea di riunire la comunità milanese nel suo insieme, dalle istituzioni al mondo dell’associazionismo, dalle scuole alle imprese private virtuose, abbia come scopo quello di rendere tutti i soggetti più consapevoli del verde e delle sue potenzialità per favorirne la tutela, e di realizzare un modello replicabile in altre zone della città. Perché coinvolgere la comunità è il modo migliore per far fiorire – in tutti i sensi – il territorio.
Nel suo intervento, Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e verde del Comune di Milano, ha sottolineato ancora il ruolo fondamentale delle connessioni e di una progettazione del verde che sia ripensata in chiave realmente partecipativa, per far capire come tutti possiamo “aiutare” la natura, che rende la città da un lato più bella e dall’altro supporta i cittadini coi propri servizi.
Dalla partecipazione allo sviluppo dell’identità territoriale: ne ha parlato Silvia Cannonieri, Programme officer area Cultura Ambiente della Fondazione di comunità Milano. Ha raccontato come la rigenerazione del verde possa servire per legare i cittadini – in particolare quelli più giovani – ai beni naturali del territorio, favorendone la tutela. Ma nel concreto, cosa significa? Lo ha spiegato Stefano Zanini, Direttore innovazione e sviluppo MM, cui sarà affidata la cura del verde per quel che riguarda questo progetto, dando così continuità ai lavori sul Monte Stella perché svincolati dalla singola amministrazione comunale. Zanini ha insistito sulla necessità di ripensare la cura del verde urbano sotto tre punti di vista: professionale, perché una progettazione che pensa già alla manutenzione facilita la cura; tecnolologico, perché l’adozione di sistemi, anche costosi, sul lungo periodo può rivelarsi un risparmio e un vantaggio per il verde urbano; sociale, perché gli spazi verdi devono essere non solo luogo di bellezza ma anche di aggregazione e comunicazione tra parti della città.
Un intervento davvero ambizioso, che può realizzarsi anche grazie all’apporto di aziende virtuose. Ilenia Ruggeri, Head of marketing, innovation and trade marketing di Levissima ha spiegato come l’educazione al verde e il supporto alle aree naturali urbane possa passare anche attraverso l’economia circolare. Gli investimenti sul Monte Stella – punti di raccolta delle bottiglie di plastica – sono stati infatti resi possibili grazie al successo di un precedente intervento urbanistico di Levissima al Parco Sempione, ovvero un “Regeneration PAD”, un tappeto kinetico in grado di raccogliere l’energia scaturita dai passi dei maratoneti e di chiunque lo attraversi. Questa attività “giocosa” nata in seno al progetto Regeneration, insieme alla raccolta della plastica utilizzata durante l’evento, oltre a rendere tutti un po’ più consapevoli dell’importanza dei corretti comportamenti, ha reso possibili nuovi interventi, in un’ottica di circolarità.
Ma il progetto al Monte Stella, come detto, non è solo cura del verde. È anche ricerca, è studio, è comprensione scientifica dei servizi ecosistemici come lo stoccaggio della CO2, la conservazione dell’acqua da parte delle piante, il contrasto alle tanto temute (e sempre più frequenti) ondate di calore. È didattica, è condivisione dei dati raccolti attraverso una piattaforma open source. Di questo hanno parlato Alberto Guzzi e Francesca Oggioni, rispettivamente agronomo e direttore tecnico del progetto ed esperta docente per l’ingegneria naturalistica di AIPIN e responsabile tecnica.
Proprio per la complessità dell’iniziativa, i partner non potevano che essere moltissimi. Oltre a quelli citati e presenti in conferenza, vanno ricordati anche Agriporto, CAI Milano, Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano, Gallab, Non Riservato. Il tutto è realizzato con il patrocinio di Municipio 8 Comune di Milano, con il contributo di Fondazione di comunità Milano Città, Sud Est, Sud Ovest e Adda Martesana.
Per saperne di più, parcomontestella.it.
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