La storia della water defender Zica Pires, giovane attivista brasiliana che si batte contro lo sfruttamento ambientale e idrico nei territori dei quilombo.
Il Maranhão, stato del Brasile, è famoso in tutto il mondo per il parco nazionale dei Lençóis Maranhenses, noto per le splendide dune di sabbia bianca, alte anche quaranta metri. Qua si possono incontrare preziose lagune, dove l’acqua piovana, viene catturata dalla sabbia e dallo strato di roccia impermeabile sottostante.
Meno nota è la battaglia per l’acqua che da anni va avanti nella regione (e in tutto il paese) contro la Vale S.A. (fino al 2007 denominata Companhia Vale do Rio Doce, in portoghese “Compagnia della valle del Rio Doce”). La Vale è un gruppo minerario brasiliano, particolarmente focalizzato sulla produzione di minerale di ferro, di cui è il maggior produttore ed il maggior esportatore al mondo. “L’azienda è nota per i comportamenti spregiudicati e per l’assenza di standard ambientali e sociali nel suo operato”, racconta Zica Pires.
Chi è l’attivista Zica Pires
Zica, 26 anni, nata nel comune di Quilombo Santa Rosa dos Pretos di Itapecuru-Mirim, nello stato di Maranhão, dove tuttora vive, è una delle tante attiviste che si adoperano per fermare l’accaparramento di risorse idriche portate avanti dalla Vale. All’azienda sono legati due dei principali disastri ambientali degli ultimi anni, il crollo della diga di Brumadinho (279 morti) nel 2019 e il crollo della diga di Mariana, 19 morti, entrambi gli sbarramenti costruiti per contenere le acque di decantazione delle miniere.
Five years on, the victims of the Mariana Mining disaster are still waiting for justice. Vale, one of the managing companies, was also in charge of the Brumadinho dam which collapsed in another catastrophic failure last year. https://t.co/Dk6jxcgYjQ
Nella zona di Itapecuru-Mirim l’azienda è stata responsabile della costruzione di numerose infrastrutture, che hanno alterato significativamente il reticolo idrico. “Un tempo nel villaggio avevamo acqua in abbondanza, sufficiente per sostenere l’agricoltura famigliare, essenziale per il sostentamento”, continua Zica. Le famiglie si mantenevano con la semina di manioca, mais, riso, fagioli, zucca e anguria, da scambiare tra loro o vendere sul mercato.
Il diritto all’acqua nei quilombo
Una vita tradizionale quella nei quilombo, un tipo di villaggio rurale costruito prima del Novecento da schiavi africani fuggiti dalle piantagioni brasiliane. Nel passato i quilombo costituirono un’importante forma di resistenza alla schiavitù (abolita solo nel 1888. Oggi Santa Rosa dos Pretos si batte contro la dittatura dell’estrattivismo di Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile, noto per le sue posizioni anti-ambientaliste. Qua per decenni la comunità ha dovuto affrontare continue vessazioni da parte dalla compagnia mineraria transnazionale Vale S.A., per la costruzione della ferrovia Carajás e la Transnordestina, per la realizzazione di tre linee elettriche della Eletronorte e le due di Cemar (Companhia energética do Maranhão).
“La nostra comunità ha sofferto gli impatti legati agli sbarramenti, ai lavori, che hanno reso silenziosi i nostri corsi d’acqua e fatto lacrimare i nostri occhi, portando così fame e accesso limitato all’acqua” spiega l’attivista che da sempre si batte per il diritto all’acqua. “Combatto per il diritto e la cura della natura sin da quando ero bambina. La lotta per l’acqua è in realtà la lotta per la vita sulla Terra”
Nel 2011, l’Ufficio del procuratore federale ha intentato un’azione civile pubblica contro Vale S.A. e Ibama (Istituto ambientale brasiliano) per violazioni commesse contro i territori dei quilombo di Santa Rosa dos Pretos e Monge Belo durante il raddoppiamento della linea ferroviaria Carajás, appartenente a Vale S.A. Con il supporto legale dell’associazione Justiça nos trilhos, la comunità di Santa Rosa è riuscita a condannare la Vale nel 2012 a effettuare una serie di riparazioni e azioni per mitigare gli impatti causati.
Tra i risarcimenti c’era il recupero della fonte Igarapé, cementificata dalla Vale, usata da tutte le comunità della zona e ricca di pesci. Sette anni dopo la condanna, la società non ha mai adempiuto alla maggior parte dei suoi obblighi in tribunale.
La lotta allo sfruttamento della natura
Zica si batte in ogni modo per far conoscere i conflitti ambientali della sua comunità fuori dal suo territorio, usando i social media (questa intervista è stata raccolta con Whatsapp), YouTube e altre piattaforme, per dare voce alla campagna ¡Água para os povos! “Noi diamo visibilità ai nostri problemi, in particolar modo al tema del sostentamento agricolo e al diritto a gestire autonomamente il territorio”, continua. “Pero cerchiamo anche di fare azioni per rigenerare le aree devastate, ripiantando alberi o facendo manutenzione e monitoraggio alle sorgenti di Igarapés per mantenere vive le fonti d’acqua”.
Purtroppo a maggio 2020, la sua comunità ha subito l’ennesimo torto. Nel pieno della pandemia da Covid-19, il governo federale brasiliano ha ripreso i piani di espansione della BR-135, che passerà attraverso il quilombo, senza consultare nessun membro della comunità, con impatti devastanti sui torrenti rimasti e la foresta rimanente che circonda l’abitato. “Noi non ci arrendiamo. L’acqua è un diritto di tutti, delle piante, delle persone, degli animali”, conclude fieramente Zica. “Non ci arrendiamo”.
Water Defenders è un progetto di Water Grabbing Observatory per il decimo anniversario del riconoscimento del diritto umano all’acqua. Una serie di interviste da tutto il mondo racconteranno battaglie civili dal basso in difesa dell’acqua. Una lotta intesa sotto tutti i punti di vista, contro l’accaparramento delle risorse e contro le grandi e piccole opere che impattano sulle comunità e sul patrimonio naturale. Una galleria di persone comuni, uomini e donne, che in tutto il mondo difendono un diritto fondamentale. A partire dal 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua, ogni mese Water Grabbing Observatory racconterà su LifeGate la storia di un personaggio che si è speso per tutelare la risorsa più preziosa che abbiamo. Per ribadire il valore del diritto all’acqua.