La più grande compagnia energetica del Paese il 31 agosto ha chiuso l’ultima centrale elettrica a carbone: uno step importante per il futuro danese.
L’avanzata delle rinnovabili prosegue, nonostante tutto
Nonostante la crisi economica e sanitaria, le fonti rinnovabili continuano a guadagnare terreno sui combustibili fossili. L’editoriale di Duegradi.
A cura di Federico Mascolo
Sono tempi incerti. In queste torride giornate d’agosto, che i più fortunati staranno passando sotto un ombrellone, è più facile non pensarci, ma stiamo attraversando una crisi epocale in cui l’economia di diversi Paesi (inclusa l’Italia) si è contratta a dei livelli paragonabili agli anni più bui della Seconda guerra mondiale. Sono tempi incerti in cui la maggior parte dei governi stenta, per usare un eufemismo, ad indicare una via d’uscita. Eppure, anche in questi mesi così difficili, l’avanzata delle energie rinnovabili non si è fermata.
Le rinnovabili si sono dimostrate resilienti anche nei mesi più duri della pandemia di Covid-19. Le buone notizie sono arrivate soprattutto dal settore dell’energia elettrica. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), nel primo quadrimestre del 2020 il 28 per cento dell’elettricità a livello mondiale proveniva da fonti rinnovabili, un miglioramento rispetto al 26 per cento nello stesso periodo del 2019. È un dato che acquisisce un significato ancora più rilevante se consideriamo che, allo stesso tempo, è diminuita l’elettricità proveniente dalle centrali a carbone (dal 36 al 34 per cento). Il divario si assottiglia.
Il rovescio della medaglia
Naturalmente non ci sono solo i lati positivi. Per la prima volta dal 2000, la Iea prevede un rallentamento nella crescita delle rinnovabili. In sostanza, nel 2020 il totale dell’elettricità prodotta dalle rinnovabili aumenterà, ma ad un ritmo più lento rispetto al 2019. Non è un bel segnale, nel momento in cui il mondo dovrebbe cominciare a correre verso l’obiettivo di azzeramento delle emissioni di gas serra (avrebbe già averlo dovuto fare da tempo, ma questa è un’altra storia). Tuttavia, vogliamo provare a pensare positivo: a causare questa frenata sono stati probabilmente i mesi in cui le attività produttive si sono fermate, come in un sortilegio, e noi siamo rimasti in casa, in attesa. Se questo è vero, la maggior parte dei progetti rinnovabili previsti per il 2020, e poi rimandati, dovrebbero vedere la luce nel 2021. A patto, naturalmente, che i governi li supportino.
Per la prima volta le rinnovabili battono i combustibili fossili
In Europa, l’Ue ha tracciato un percorso di ripresa ambizioso (seppur in parte annacquato dalle decisioni prese nell’ultimo Consiglio europeo) anche in ambito climatico. Un percorso che può essere intrapreso con cauto ottimismo, soprattutto alla luce di un dato: nella prima metà del 2020, per la prima volta nella storia, l’elettricità prodotta in Europa da fonti rinnovabili è stata maggiore di quella proveniente da combustibili fossili (40 per cento contro 34). Non dobbiamo farci ingannare: si tratta di un traguardo che potrebbe anche non essere riconfermato nel più prossimo futuro – soprattutto, e perdonerete la ripetizione, senza un vero supporto dei governi nazionali. Insomma, un traguardo innanzitutto simbolico. Ma servono anche i simboli, in questi tempi incerti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’enorme centrale solare si chiamerà Sun Cable e prevede anche un cavo sottomarino da 4.300 chilometri per fornire energia a Singapore.
Se continuerà a investire nel solare e nell’eolico, l’Unione europea riuscirà a svincolarsi dalla dipendenza dalle fonti fossili. Lo dimostrano i dati del think tank Ember.
Perché gli Stati Uniti sono il più grande produttore di petrolio al mondo, nonostante la transizione
In un momento in cui la transizione energetica sta accelerando e le energie rinnovabili sono in crescita, la produzione di petrolio negli Stati Uniti non si ferma.
Tra gennaio e giugno in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un +27,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il governo britannico ora punta alla costruzione di tre parchi solari per alimentare 92mila abitazione e a una rivoluzione di pannelli sui tetti.
Un gruppo di associazioni chiede a Eni di sospendere il contratto con chi occupa i Territori palestinesi. E il governo della Colombia ha fermato l’invio di carbone.
Tra i sistemi di accumulo di energia, la batteria agli ioni di litio è sicuramente la tecnologia con più mercato. Ma altre formule più efficienti si stanno lentamente affermando.
Dalla collaborazione tra Tenaris, Snam e Tenova una possibile svolta per la decarbonizzazione nel settore hard to abate per antonomasia.