
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
La ricerca è stata condotta sui bambini tra i 2 e i 9 anni: più frutta e verdura, legumi e cereali integrali nella dieta favorirebbero l’autostima e migliorerebbero il rapporto con gli altri. E mangiare sano aiuterebbe anche a prevenire la depressione negli adulti.
I bambini che mangiano in modo sano sono più felici. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista BMC Public Health all’interno del progetto europeo Idefics (Identificazione e prevenzione degli effetti indotti dalla dieta e dallo stile di vita sulla salute dei bambini), nato con l’obiettivo di indagare le cause dell’obesità nei bambini e di identificare possibili strategie di prevenzione. Durante le ricerche si è scoperto, tra le altre cose, come la giusta alimentazione favorirebbe nei più piccoli una maggiore autostima, minori difficoltà emotive e meno problemi a rapportarsi con i coetanei.
I ricercatori hanno condotto uno studio su 7.675 bambini tra i 2 e 9 anni degli otto paesi europei coinvolti nel progetto (Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Spagna e Svezia) sottoponendo un questionario ai loro genitori e assegnando punteggi diversi in base al tipo di alimentazione che seguivano. Indipendentemente dal peso corporeo e dal contesto socio-economico, i bambini che mostravano i risultati migliori corrispondevano a quelli che seguivano la dieta più sana, con un apporto ridotto di grassi e zuccheri, maggior consumo di frutta, verdura, prodotti con farina integrale e di pesce 2-3 volte a settimana. “Abbiamo notato che c’è un legame tra il rispetto di una sana alimentazione e il benessere psicologico dei più piccoli– ha commentato Louise Arvidsson dell’Università di Göteborg e tra gli autori dello studio – i bambini che mangiano bene hanno meno problemi emotivi, relazioni migliori con gli altri bambini e più autostima. Questi risultati vanno ora confermati con altri studi che includano bambini con diagnosi di depressione, ansia e problemi comportamentali”.
Non esiste ancora una letteratura completa sull’argomento, ma il nesso tra alimentazione e stato psicologico è oggetto di studio da parte dei ricercatori con l’obiettivo di trovare un nuovo approccio per curare, in parte, la depressione negli adulti tenendo in considerazione anche il comportamento a tavola. In particolare, un articolo pubblicato su Nutrional Neuroscience individua cinque raccomandazioni che riguardano l’alimentazione per prevenire la depressione con il cibo. Si tratta di seguire una dieta tradizionale come quella mediterranea, giapponese o norvegese, aumentare il consumo di frutta e verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, consumare alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi omega-3, sostituire cibi malsani con cibi salutari e nutrienti, infine limitare il consumo di prodotti trasformati, cibi pronti, prodotti da forno industriali e dolci.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Sono oltre 24mila gli allevamenti intensivi di polli e suini in Europa, molti sorti nell’ultimo decennio. Un’inchiesta ne fa la mappatura e ne denuncia le principali problematiche.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
I risultati di un progetto pilota sull’agricoltura rigenerativa mostrano i vantaggi di questo approccio rispetto all’agricoltura convenzionale. Registrando una produttività complessiva più elevata.