Climate signals, a New York i cartelli stradali mettono in guardia dai cambiamenti climatici

Dieci cartelli stradali allertano i newyorkesi dei pericoli derivanti dal clima che cambia. È la curiosa iniziativa del Climate museum.

Cambiamenti climatici in corso”, “Negare il riscaldamento globale uccide”, “Non c’è pericolo iceberg”: sono solo tre delle frasi che campeggiano sui cartelli stradali installati per le vie di New York dal Climate museum, il primo grande museo dedicato al clima che cambia.

I dieci Climate signals sono stati progettati dall’artista Justin Brice Guariglia, famoso per aver mostrato l’impatto degli esseri umani sull’ecosistema globale in una mostra dedicata all’Antropocene. Sono distribuiti nei quartieri della Grande mela – Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn, Staten Island e Governors Island – e saranno visibili fino al 6 novembre. Sono alimentati grazie all’energia solare, mettono in guardia dagli effetti dei mutamenti ambientali o invitano ad agire responsabilmente nei confronti del pianeta.

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L’obiettivo dei Climate signals, i cartelli sul clima sparsi per le strade di New York

“Quando vediamo un cartello stradale che lampeggia, istintivamente sentiamo di trovarci di fronte a condizioni incerte, esattamente quello che sono i cambiamenti climatici”, ha dichiarato Miranda Massie, direttrice del Climate museum, al quotidiano britannico Guardian. “È il modo migliore per segnalare un pericolo”.

L’obiettivo del progetto, realizzato in collaborazione con l’amministrazione newyorchese, è quello di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali e avvertirli del fatto che gli effetti del riscaldamento globale costituiscono una minaccia anche per loro stessi, non solo per gli orsi al polo Nord: per esempio la penisola di Rockaway nel Queens – quartiere dove peraltro è nato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – rischia di essere sommersa a causa dell’innalzamento del livello dei mari.

#OneNYC: la Grande mela diventa sostenibile 

“I mutamenti climatici sono una delle sfide più grandi che New York deve affrontare e servono approcci creativi per educare riguardo ai rischi e coinvolgere tutti noi nella ricerca di soluzioni. L’arte può giocare un ruolo determinante in questo senso”, ne è convinto Daniel Zarrilli, chief resilience officer della metropoli che con il progetto OneNYC punta a diventare una delle più sostenibili del mondo.

New York è stata la prima ad allinearsi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e il sindaco Bill de Blasio ha annunciato un piano per togliere investimenti pari a cinque miliardi di dollari (oltre 4 miliardi di euro) da fondi pensionistici e titoli legati alle compagnie petrolifere. Dal 2014 l’installazione di pannelli solari è sestuplicata, la raccolta differenziata e la gestione dell’acqua migliorate; più di 620mila alberi hanno regalato ossigeno extra alla città e sono stati stanziati, negli ultimi tre anni, quasi 4 miliardi di dollari a tutela della fascia costiera.

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Bill de Blasio, sindaco di New York © Spencer Platt/Getty Images

Trump nega i cambiamenti climatici mentre gli Stati Uniti soffrono

Negli Stati Uniti gli eventi meteorologici estremi sono in aumento: l’anno scorso, ad esempio, lo stato del Texas è stato devastato dall’uragano Harvey. Per questo gli abitanti sono più consapevoli del rischio derivante dal riscaldamento globale, ma spesso si tende a pensare che le conseguenze peggiori avverranno tra centinaia di anni o interesseranno paesi lontani. L’arte arriva in soccorso aiutandoci a visualizzare meglio i problemi e lasciando che ognuno di noi li interpreti in base alla propria esperienza, in modo da interiorizzarli e fornire la risposta migliore.

Foto in apertura © Justin Brice Guariglia

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