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Secondo un rapporto di Fao e Unep i suoli del mondo sono sotto pressione a causa dell’inquinamento che mette a rischio la quantità e la qualità del cibo prodotto.
I suoli garantiscono la produzione del 95 per cento del cibo per l’umanità. Non solo. Dopo gli oceani, sono il più grande deposito attivo di carbonio, dunque, se gestiti correttamente, rivestono un ruolo importante nel contrasto ai cambiamenti climatici. I suoli del mondo però, come ha rivelato il report “Global assessment of soil pollution” che la Fao e l’Unep hanno presentato a giugno, sono sotto pressione a causa dell’inquinamento. E i contaminanti, tra cui prevalgono metalli e pesticidi, provengono per la maggior parte da attività umane come i processi industriali e le attività estrattive, la cattiva gestione dei rifiuti, le pratiche agricole non sostenibili.
“L’inquinamento del suolo è invisibile all’occhio umano, ma compromette la qualità del cibo che mangiamo, dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo e mette a rischio la salute umana e ambientale”: si legge nella presentazione del rapporto. L’appello del direttore generale della Fao, Qu Dongyu, è quello di organizzare una risposta coordinata globale all’emergenza poiché l’attuale stato di salute del suolo minaccia il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu come la fame zero, l’accesso universale all’acqua potabile la tutela della biodiversità.
Riguardo all’agricoltura, nel documento si riporta come l’inquinamento del suolo possa avere come conseguenza la riduzione tra il 15 e il 25 per cento della produttività agricola. Si tratta di un circolo vizioso: l’inquinamento minaccia la sopravvivenza degli impollinatori e degli insetti; in questo modo si perde biodiversità e aumentano i parassiti e le malattie che attaccano le piante; le rese diminuiscono e gli agricoltori diventano sempre più dipendenti dai pesticidi (nel rapporto si evidenzia come il loro utilizzo sia cresciuto del 75 per cento tra il 2000 e il 2017), così l’inquinamento continua ad aumentare con ripercussioni sulla salute e sull’economia. “La nostra società vuole cibi più nutrienti e sicuri, privi di contaminanti e agenti patogeni”, ha aggiunto Qu Dongyu “Questo si deve riflettere nella trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore”.
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