
Secondo il primo studio a indagare le cause del crollo della Marmolada, costato la vita 11 persone, l’evento è dovuto in gran parte alle alte temperature.
Climalt è un corso online gratuito sui cambiamenti climatici per i giovani dell’Unione Europea dai 18 ai 30 anni proposto da cinque organizzazioni e co-finanziato dal Programma Erasmus+. Le selezioni per partecipare al corso sono aperte fino al 7 novembre.
Climalt è un corso online gratuito sui cambiamenti climatici per i giovani dai 18 ai 30 anni proposto da cinque organizzazioni e co-finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione europea. Le selezioni per partecipare al corso sono aperte fino al 7 novembre.
Il corso Climalt propone una formazione appositamente per giovani improntata su cause, impatti e possibili soluzioni alla crisi climatica. La formazione si prefigge di offrire ai giovani un’opportunità di approfondire le loro conoscenze su cause ed effetti, di individuare gli attori coinvolti nella lotta ai cambiamenti climatici e di scoprire esperienze di contrasto innovative. L’obiettivo principale del corso è quello di rafforzare nei giovani la percezione di possibili cambiamenti socio-ambientali e di incoraggiare la possibilità di generarli o esserne parte.
La formazione sviluppata all’interno del progetto Climalt include un corso online gratuito di 32 ore che sarà reso accessibile dal 25 Novembre 2019 al 25 febbraio 2020 e 1 webinar tematico complementare al corso che si terrà a marzo 2020. La formazione sarà erogata in quattro lingue: inglese, bulgaro, croato e italiano.
Il corso online è composto da tre capitoli (cause-impatti-alternative), suddivisi in sette moduli, composti in tutto da 14 lezioni. Ogni modulo include videolezioni (10 ore), quiz, letture e un esercizio da svolgere per ogni capitolo.
I principali temi trattati nelle lezioni sono: scienza dei cambiamenti climatici; consumo di energia, sistemi alimentari ed economia lineare e la loro influenza sui cambiamenti climatici; impatti ambientali e socio-economici dei cambiamenti climatici; il quadro politico e gli accordi internazionali sul clima; giustizia climatica, economia circolare, zero sprechi, transizione energetica e opzioni di mitigazione e adattamento agricolo per rispondere ai cambiamenti climatici.
Guarda il programma in dettaglio
Ognuna delle versioni del corso (inglese, bulgaro, croato, italiano) sarà completata da un webinar di approfondimento di 90 minuti sulle pratiche alternative di lotta ai cambiamenti climatici.
Al termine del corso i partecipanti riceveranno un certificato di frequenza attestante le competenze specifiche acquisite. Per ottenere il certificato gli studenti dovranno completare almeno il 75 per cento del corso.
La formazione è rivolta a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che sono interessati ai temi dell’ambiente e del clima e che sono in grado di provare pregresse esperienze formative, professionali o di attivismo su questi temi. Viene richiesto un livello minimo di lingua inglese e verranno preferite candidature con attività di volontariato e di cittadinanza attiva sul clima.
Saranno selezionati 160 candidati in totale, 40 per ogni versione in lingua del corso. Ai prescelti sarà richiesto di fornire un account Google per accedere alla piattaforma di e-learning.
La candidatura va inviata attraverso un modulo online disponibile per ogni versione del corso. I candidati possono inserire direttamente nel modulo le informazioni sulla propria formazione, le esperienze e la motivazione a partecipare.
La scadenza per l’invio della domanda è il 7 novembre 2019. I candidati selezionati saranno ricontattati entro il 18 novembre 2019. Potete trovare ulteriori informazioni sul sito web o sulla pagina facebook.
L’ultima valutazione dell’Ipcc avverte che gli impatti e i costi del riscaldamento globale saranno molto più grandi del previsto e avranno un impatto rilevante sugli ecosistemi, sulle comunità e sulle economie umane.
Però la grande divergenza tra la strada da percorrere e quella che stiamo percorrendo è ogni giorno più evidente, come è emerso, ad esempio, alla Cop 24 di Katowice, in Polonia, dove i governi hanno continuato a indebolire gli accordi raggiunti a Parigi durante la Cop 21.
I cambiamenti climatici sono finalmente sull’agenda pubblica globale. L’attivazione giovanile sta giocando un ruolo centrale in questo processo di sensibilizzazione, in particolare con l’adesione sempre maggiore di giovani in ogni parte del mondo a movimenti per la richiesta di misure efficaci per proteggere il loro futuro dagli impatti del cambiamento climatico.
Come ci hanno dimostrato i rapporti Ipcc e Ipbes, insieme a molti altri importanti studi, i cambiamenti climatici e l’erosione della biodiversità sono tra le questioni più urgenti del nostro tempo. Per quanto riguarda la crisi climatica, gli sforzi per ridurre le emissioni sono spesso orientati verso il settore energetico o per arrestare la deforestazione. Tuttavia, il settore agricolo è uno dei principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra. Per raggiungere gli obiettivi della Cop21 di limitare il riscaldamento globale a 2°C al di sopra del livello preindustriale nel 2100, le emissioni del settore agricolo devono essere ridotte.
I sistemi di produzione agroecologici tradizionali presentano un elevato potenziale di adattamento e di mitigazione, offrendo percorsi chiave per affrontare la sfida globale del cambiamento climatico.
In termini di azione per il clima, c’è stata una polarizzazione nel dibattito sulla ripartizione delle responsabilità tra gli attori. Le parti interessate a tutti i livelli, compresi i giovani, dovrebbero essere messe nelle condizioni di impegnarsi criticamente per affrontare le sfide globali tra cui i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la sicurezza alimentare sostenibile. È necessaria una maggiore pressione sui governi perché comprendano l’importanza dell’agricoltura ecologica nelle misure relative al cambiamento climatico e supportino sistemi alimentari più sostenibili.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il primo studio a indagare le cause del crollo della Marmolada, costato la vita 11 persone, l’evento è dovuto in gran parte alle alte temperature.
Il traffico aereo è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, il che rende urgente l’avvio di azioni concrete da parte del settore per limitare l’impatto dei voli. L’esempio virtuoso di Air Dolomiti.
Viviamo in un mondo caratterizzato da molte crisi: sanitaria, economica e climatica. Da qui, nasce l’idea di creare una Costituzione della Terra.
Con l’installazione di Termoli ha preso il via la campagna “L’impronta del gigante invisibile”: ognuno di noi produce 7 tonnellate di CO2 all’anno.
Catania vive ore drammatiche a causa di un ciclone che potrebbe trasformarsi in un Medicane (Mediterranean Hurricane), un uragano paragonabile a quelli di origine tropicale.
Intervista a Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea: il Mediterraneo è un hotspot climatico, 50 gradi in Sicilia rischiano di diventare una consuetudine.
Nuovo rapporto del Cmcc mostra che le ondate di calore e le alluvioni saranno comuni a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto. Ma le politiche di adattamento funzionano.
Uno studio della Banca Mondiale ha stimato il numero di migranti che potrebbero fuggire dalle loro terre, entro il 2050, per colpa del clima.
Intervista a Piera Tortora, coordinatrice del progetto Sustainable ocean for all dell’Ocse: “Si rischiano effetti globali catastrofici e irreversibili”.