
Negli Stati Uniti alcuni scienziati hanno individuato dieci pesticidi con effetti dannosi sui neuroni dopaminergici collegati allo sviluppo del Parkinson.
Nel 2022 il consumo di carne dei tedeschi è diminuito di 4 chili rispetto all’anno precedente. E anche la produzione negli allevamenti è calata.
Nei piatti della gastronomia tedesca, la carne ci entra sempre meno. Nel 2022, con 52 kg a persona, il consumo di carne pro capite è diminuito di circa 4,2 kg rispetto al 2021 (nel 2017 era di 60 chili) ed è al minimo storico da quando sono iniziati i calcoli dei consumi nel 1989. E, secondo il Centro federale di informazione per l’agricoltura (Bzl) della Germania che ha divulgato i dati, questa tendenza, già in atto da qualche anno, continuerà in futuro.
In particolare, i tedeschi nel 2022 hanno mangiato circa 2,8 kg in meno di maiale, 900 g in meno di manzo e vitello e 400 g in meno di pollame. Anche la produzione negli allevamenti è diminuita come raccontano i dati dell’Ufficio federale di statistica: rispetto all’anno precedente, nel 2022 è stato prodotto il 9,8 per cento in meno di carne suina, l’8,2 per cento in meno di carne bovina e il 2,9 per cento in meno di carne avicola. In verità, la produzione nazionale di carne è diminuita ogni anno dopo il record del 2016 (8,3 milioni di tonnellate di carne prodotte), ma mai quanto nel 2022 (-8,1 per cento rispetto al 2021 con un totale di 7 milioni di tonnellate di carne prodotte).
Oltre al maggiore interesse delle persone per una dieta veg – il 10 per cento della popolazione tedesca sarebbe vegetariana, il 2 per cento vegana – , si ipotizza che i prezzi raggiunti dalla carne nell’ultimo anno (+14,5 per cento in media) abbiano contribuito al cambiamento dei consumi. A proposito di costi, secondo un recente studio pubblicato su Nature i tedeschi sarebbero favorevoli a una tassa sulla carne (un’ipotesi su cui si è discusso nel Paese) se questa fosse giustificata con la tutela del benessere animale, più che con la riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti.
Si inseriva, invece, nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici, la richiesta – poi soddisfatta – degli studenti universitari di Berlino di avere nelle mense universitarie della capitale tedesca menù più vegetali e rispettosi del Pianeta. Mentre, per promuovere diete più sane e sostenibili e diminuire l’inquinamento e le emissioni di gas serra, una campagna portata avanti da Greenpeace in Germania propone da tempo l’eliminazione dell’iva da frutta e verdura. Qualsiasi sia la spinta verso il cambiamento dei consumi, il dato di fatto resta il calo dei consumi e della produzione di carne.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Negli Stati Uniti alcuni scienziati hanno individuato dieci pesticidi con effetti dannosi sui neuroni dopaminergici collegati allo sviluppo del Parkinson.
Da secoli, il frutto dell’ume viene coltivato a Minabe e Tanabe in armonia con i boschi cedui e gli insetti impollinatori: un metodo riconosciuto dalla Fao.
Secondo uno studio statunitense, il consumo di alcuni cibi specifici ridurrebbe il rischio di mortalità, grazie al contenuto di flavonoidi.
L’undicesima edizione di Slow Fish si terrà a Genova dall’1 al 4 giugno e avrà come tema il “coast to coast”, inteso come interconnessione tra mari e vita terrestre.
La Fao ha pubblicato un rapporto sul contributo nutrizionale di carne, uova e latte, concludendo che si tratta di alimenti che partecipano a una dieta sana ed equilibrata.
Simile allo zucchero in aspetto e gusto, l’eritritolo è un dolcificante a quasi zero calorie, ma secondo uno studio è associato al rischio di eventi cardiovascolari.
Sale al 2,1 per cento il tasso complessivo di sforamento dei limiti dei residui di pesticidi negli alimenti. Il rapporto dell’Efsa.
Insegnante e produttore di olio siciliano, Nicola Clemenza da anni porta avanti una battaglia per la legalità dopo l’attentato mafioso che lo ha colpito.
A dirlo è uno studio cinese secondo cui il consumo frequente di cibi fritti aumenterebbe del 12 per cento il rischio di ansia e del 7 per cento il rischio di depressione.