Stati Uniti, come la certificazione Kashi ha accelerato la transizione verso l’agricoltura biologica

Kashi certifica i prodotti coltivati su terreni in transizione verso il biologico e il ricorso alla sua etichetta è aumentato del 400 per cento in soli due anni.

Negli Stati Uniti, nonostante la crescente domanda di prodotti bio, secondo il Dipartimento dell’agricoltura Usa solo l’1 per cento dei terreni è coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Uno dei motivi è che, per gli agricoltori, ottenere la certificazione è un procedimento lungo e costoso. Durante il lasso di tempo necessario per la transizione da agricoltura tradizionale a biologica, che dura tre anni, gli agricoltori impiegano tempo ed energie, ma non possono beneficiare dei vantaggi della certificazione fintanto che il processo non è concluso. È qui che entra in gioco Kashi che ha lanciato una nuova certificazione che ha rivoluzionato l’intero settore.

Spighe di grano al vento
La certificazione Kashi consente anche alle piccole aziende di effettuare la transizione verso l’agricoltura biologica senza rimetterci denaro © Ingimage

Transizione certificata

Nel 2016 l’azienda cerealicola Kashi ha lanciato il programma Certified Transitional, creato con il supporto del principale certificatore biologico Usa, Quality Assurance International (Qai), per certificare i prodotti coltivati su terreni in transizione verso il biologico. L’etichetta sviluppata da Kashi, finora unica nel suo genere negli Stati Uniti, premia dunque gli agricoltori che hanno iniziato il passaggio verso l’agricoltura biologica nel primo anno della loro transizione. I prodotti la cui transizione è certificata possono infatti essere venduti a prezzi leggermente più alti.

L’incredibile successo di Kashi

Dalla sua nascita l’etichetta di transizione certificata è cresciuta esponenzialmente e, in appena due anni, il suo utilizzo è aumentato del 400 per cento. Attualmente Kashi ha certificato che oltre 4.200 ettari di terreni agricoli negli Stati Uniti hanno iniziato la loro transizione verso un’agricoltura più sostenibile. “Siamo orgogliosi di supportare migliaia di ettari di terreni agricoli statunitensi che passano al biologico attraverso il nostro programma di transizione certificata”, ha affermato Nicole Nestojko, responsabile della catena di approvvigionamento e della sostenibilità di Kashi.

Prodotti biologici
L’amministratore delegato di Kashi, David Denholm, sostiene che entro il prossimo decennio il 20% delle terre coltivate nel Paese potrebbe diventare biologico © Ingimage

Più cereali bio

Uno degli obiettivi di Kashi è quello di aumentare la produzione di cereali biologici, la cui domanda negli Stati Uniti è superiore all’offerta. Tra le colture che si avvalgono della certificazione di transizione Kashi ci sono grano, datteri, sorgo, mandorle, mais, avena e riso e la scorsa settimana Kashi ha annunciato la certificazione di un nuovo prodotto, un cereale alla cannella francese a base di mais.

Tazza di cereali con fragole e mirtilli
Nonostante la crescita esponenziale della richiesta di alimenti bio negli Stati Uniti l’offerta è ancora bassa © Ingimage

Una rampa di lancio verso il bio

Nate Lewis, direttore della Organic Trade Association, ritiene che la certificazione di transizione possa essere una “rampa di lancio verso il biologico”. Questa certificazione sembra essere vantaggiosa sia per i coltivatori, che sono incoraggiati a passare all’agricoltura biologica poiché guadagneranno di più anche nella fase intermedia, che per i consumatori che possono usufruire di una scelta più ampia di alimenti biologici.

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