
Le foreste tornano protagoniste nell’ultima settimana del Giro d’Italia. Per celebrare questo bel viaggio una puntata speciale del podcast Ecotoni.
Accolta la legge che legalizza l’abbattimento delle nutrie, considerate nocive, con qualsiasi mezzo. La Lav annuncia provvedimenti.
Armi da fuoco, armi ad aria compressa, gas letali, ma anche fionde e armi da lancio. Da oggi in Lombardia è possibile uccidere una nutria praticamente in qualsiasi modo e dovunque essa si trovi, anche all’interno di un’area protetta e al di fuori del periodo di caccia, creando quindi pericoli anche per la cittadinanza e per le altre specie animali.
Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato le modifiche alla legge regionale sul contenimento della nutria che classifica questo roditore come specie nociva e gli toglie lo status di specie protetta, autorizzandone l’abbattimento, con qualsiasi mezzo. Lo scorso 31 ottobre il governo aveva emanato una circolare con la quale, illegittimamente, dichiarava la non applicabilità alle nutrie del reato di maltrattamento di animali previsto dal Codice penale.
Sulla nutria, specie originaria del Sud America e introdotta in Italia negli anni Venti per ricavarne pellicce, pendono accuse gravi. Sarebbe responsabile di devastare gli argini dei fiumi, di danneggiare le colture e di diffondere malattie infettive. Biologi e scienziati respingono però fermamente le accuse. Partiamo dal problema principale, il danneggiamento degli argini, tematica sensibile considerati i recenti casi di alluvioni nella penisola. Sembra fuorviante imputare la colpa del cattivo stato dei fiumi italiani a degli animali che costruiscono tane lunghe mediamente 2,5 metri, considerata la massiva cementificazione del territorio, l’abbattimento sconsiderato degli alberi e l’incuria degli alvei fluviali.
Per quanto riguarda l’agricoltura, stando ai dati relativi alla percentuale di indennizzi causati dagli impatti della fauna selvatica, la nutria influisce per un 5 per cento sui costi erogati per indennizzare i danni, il fagiano, ad esempio, causa danni pari al 15 per cento. Le nutrie inoltre non sono solite saccheggiare i campi, preferiscono nutrirsi della vegetazione presente in prossimità degli argini e dei corsi d’acqua, purtroppo questa vegetazione spontanea è sempre più difficile da reperire a causa dell’agricoltura intensiva che lascia gli argini diserbati. La scienza scagiona anche questi miti creature dall’accusa di veicolare malattie. Secondo le analisi effettuate dagli istituti zooprofilattici la nutria non è considerata un pericolo igienico–sanitario.
L’Ispra ha affermato che l’eradicazione di una specie da un territorio vasto e senza barriere invalicabili rappresenta un’utopia. “Il sistema migliore è il “contenimento naturale” delle colonie di nutrie, nelle quali individui riproduttori sterilizzati, continuando a difendere il territorio in competizione per il cibo e gli spazi con gli individui fertili, impediscono fenomeni di immigrazione e riducono il tasso riproduttivo della colonia”, ha dichiarato il biologo Samuele Venturini.
“I nuovi provvedimenti di fatto legalizzano il maltrattamento degli animali – ha detto Simone Pavesi, responsabile del problema nutrie per l’associazione animalista – questa legge non risolve il problema nutrie, ma legittima metodi cruenti di uccisione. Con i legali della Lav stiamo decidendo come muoverci per bloccarla”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le foreste tornano protagoniste nell’ultima settimana del Giro d’Italia. Per celebrare questo bel viaggio una puntata speciale del podcast Ecotoni.
Coltivare cibo consumando al minimo le risorse, senza chimica e generando meno CO2: la sfida dell’agricoltura verticale raccontata attraverso sette startup.
Villa Erba sorge a Cernobbio e ospita importanti eventi culturali. Tra efficientamento energetico e attività antispreco, l’intervista al suo presidente.
Il Comune di Conselice, nel ravennate, ha disposto l’evacuazione per i rischi sanitari legati all’acqua stagnante: finora pochi hanno lasciato il paese.
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
La svizzera Glencore ha annunciato il primo impianto di litio riciclato in Italia. Può sorgere nel 2027. Intanto il sud della Sardegna va bonificato.
Parigi ha annunciato la cancellazione di una piccola parte dei voli interni brevi. Ridimensionando la misura inizialmente prevista e imponendo deroghe.
La Ausl di Ravenna lancia un allarme sanitario: le acque alluvionali dell’Emilia-Romagna possono essere contaminate. Cosa fare per evitare conseguenze.
Niente più pile di vestiti e scarpe che vanno al macero perché invenduti. Lo chiede il Consiglio dell’Unione europea nei negoziati sul regolamento Ecodesign.