![Olimpiadi di Parigi 2024: c’è il tentativo di rendere il menù più vegetale, ma il foie gras resta](https://cdn.lifegate.it/JlF9wxrWfi7nQs9oFP_SQFM8z7I=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/visione-alimentare-olimpiadi-parigi.jpg, https://cdn.lifegate.it/NhnE9PIArJfi3_PmDnqr1rPZz8A=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/visione-alimentare-olimpiadi-parigi.jpg 2x)
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Uno studio condotto nei Paesi Bassi ha dimostrato per la prima volta la contaminazione da microplastiche nella carne bovina e suina, ma anche nel latte delle mucche.
Lo scorso marzo, gli scienziati della Vrije Universiteit Amsterdam, nei Paesi Bassi, avevano rinvenuto per la prima volta la presenza di microplastiche nel sangue umano. Ora, lo stesso metodo di analisi è stato utilizzato per esaminare il sangue degli animali negli allevamenti, ma anche i prodotti derivati da mucche e maiali come latte e carne e, anche in questo caso, i risultati hanno rivelato una contaminazione: particelle sono state trovate in ogni campione di sangue testato e in tre quarti della carne e dei prodotti lattiero-caseari analizzati.
Nello studio pilota commissionato da Plastic Soup Foundation gli scienziati hanno testato in particolare dodici campioni di sangue di mucca e dodici di sangue di maiale riscontrando in tutti la presenza di microplastiche come polietilene e polistirene. Su venticinque campioni di latte testati (che comprendevano latte contenuto nei serbatoi di mungitura, ma anche latte confezionato del supermercato) ne sono risultati contaminati diciotto, almeno uno per ogni tipologia di latte. Per quanto riguarda la carne, le microplastiche sono state trovate in sette degli otto campioni di carne bovina e in cinque degli otto campioni di carne di maiale.
Gli studiosi hanno formulato ipotesi sulle fonti di contaminazione da microplastiche per gli animali da allevamento: potrebbe trattarsi dei mangimi in pellet che sono risultati anch’essi contaminati, ma anche delle confezioni in plastica in cui sono contenuti gli alimenti.
Lo studio è una nuova dimostrazione di come le microplastiche, presenti nell’ambiente a ogni latitudine del Pianeta, possono viaggiare nel corpo attraverso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo e poi depositarsi negli organi. “Quando si misura il sangue, si scopre la dose di microplastiche assorbita da tutte le diverse vie di esposizione: aria, acqua, cibo”, ha affermato Heather Leslie, tra degli autori dello studio.
L’impatto delle microplastiche sulla salute umana e su quella degli animali da allevamento è ancora sconosciuto, mentre si sono osservati danni sulle cellule umane in laboratorio. Lo studio vuole quindi essere uno stimolo per esplorare ulteriormente l’intera portata dell’esposizione di tali particelle e tutti i rischi ad essa associati.
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