
Una revisione scientifica di numerosi studi suggerisce che il diquat, erbicida consentito negli Stati Uniti, attacchi i batteri dell’intestino con danni a fegato, reni e polmoni.
Uno studio condotto nei Paesi Bassi ha dimostrato per la prima volta la contaminazione da microplastiche nella carne bovina e suina, ma anche nel latte delle mucche.
Lo scorso marzo, gli scienziati della Vrije Universiteit Amsterdam, nei Paesi Bassi, avevano rinvenuto per la prima volta la presenza di microplastiche nel sangue umano. Ora, lo stesso metodo di analisi è stato utilizzato per esaminare il sangue degli animali negli allevamenti, ma anche i prodotti derivati da mucche e maiali come latte e carne e, anche in questo caso, i risultati hanno rivelato una contaminazione: particelle sono state trovate in ogni campione di sangue testato e in tre quarti della carne e dei prodotti lattiero-caseari analizzati.
Nello studio pilota commissionato da Plastic Soup Foundation gli scienziati hanno testato in particolare dodici campioni di sangue di mucca e dodici di sangue di maiale riscontrando in tutti la presenza di microplastiche come polietilene e polistirene. Su venticinque campioni di latte testati (che comprendevano latte contenuto nei serbatoi di mungitura, ma anche latte confezionato del supermercato) ne sono risultati contaminati diciotto, almeno uno per ogni tipologia di latte. Per quanto riguarda la carne, le microplastiche sono state trovate in sette degli otto campioni di carne bovina e in cinque degli otto campioni di carne di maiale.
Gli studiosi hanno formulato ipotesi sulle fonti di contaminazione da microplastiche per gli animali da allevamento: potrebbe trattarsi dei mangimi in pellet che sono risultati anch’essi contaminati, ma anche delle confezioni in plastica in cui sono contenuti gli alimenti.
Lo studio è una nuova dimostrazione di come le microplastiche, presenti nell’ambiente a ogni latitudine del Pianeta, possono viaggiare nel corpo attraverso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo e poi depositarsi negli organi. “Quando si misura il sangue, si scopre la dose di microplastiche assorbita da tutte le diverse vie di esposizione: aria, acqua, cibo”, ha affermato Heather Leslie, tra degli autori dello studio.
L’impatto delle microplastiche sulla salute umana e su quella degli animali da allevamento è ancora sconosciuto, mentre si sono osservati danni sulle cellule umane in laboratorio. Lo studio vuole quindi essere uno stimolo per esplorare ulteriormente l’intera portata dell’esposizione di tali particelle e tutti i rischi ad essa associati.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Una revisione scientifica di numerosi studi suggerisce che il diquat, erbicida consentito negli Stati Uniti, attacchi i batteri dell’intestino con danni a fegato, reni e polmoni.
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Sono oltre 24mila gli allevamenti intensivi di polli e suini in Europa, molti sorti nell’ultimo decennio. Un’inchiesta ne fa la mappatura e ne denuncia le principali problematiche.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.