
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Parte l’iniziativa Milano plastic free: i commercianti sono invitati a rinunciare a piatti, bicchieri e posate in plastica usa e getta. A cominciare dai quartieri Isola e Niguarda.
“Lassa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran Milan”, recita la canzone di Giovanni D’Anzi e Alfredo Bracchi del 1939. Come contraddirli: la Madonnina che splende nei cieli tersi di fine febbraio, il Naviglio grande increspato dalle pagaie della Canottieri San Cristoforo, i tram invecchiati come del buon vino, i bambini che rincorrono le farfalle nella Biblioteca degli alberi all’ombra dei grattacieli più avveniristici della città, sono una gioia per gli occhi e per il cuore. Ma non finisce qui: Milano è la città più smart d’Italia. Entro il 2030 verranno piantati tre milioni di piante, scelta commentata positivamente anche dall’attore premio Oscar Leonardo DiCaprio, attivista per il clima. Ora l’amministrazione comunale riesce di nuovo a stupirci, lanciando il progetto Milano plastic free.
Il progetto, presentato il 25 febbraio a Palazzo Marino, ha l’obiettivo di sensibilizzare negozianti e ristoratori affinché rinuncino agli articoli in plastica monouso: piatti, bicchieri, posate, cannucce, sacchetti, bottiglie. La sperimentazione comincia nei quartieri Isola e Niguarda a partire da via Borsieri, via Tahon de Revel, via Ornato e via Graziano Imperatore. Sono circa duecento gli esercizi commerciali potenzialmente coinvolti, nello specifico “54 tra ristoranti, bar e attività di somministrazione e 147 negozi di vicinato”.
Scopri LifeGate PlasticLess, un mare di idee contro un oceano di plastica
Chiunque lo desideri, però, è libero di accettare la sfida: lo hanno già fatto note realtà come l’Ostello bello e la Santeria. L’assessore alle Attività produttive, Cristina Tajani e l’assessore a Mobilità e Ambiente, Marco Granelli non escludono la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti per i commercianti che prenderanno parte alla campagna Milano plastic free.
Milano Plastic Free ai blocchi di partenza. La città dice addio alle plastiche monouso! https://t.co/72CojrncjW#PlasticFree #Plastica #Plastic @ComuneMI @cristajani @LegambienteLomb @confcommerciomi @Confcommercio
— Seeds&Chips (@SEEDSandCHIPS) 25 febbraio 2019
Secondo i dati forniti da Amsa, ogni anno il capoluogo lombardo produce circa 35mila tonnellate di plastica. La cifra sale, nel mondo, a più di 300 milioni di tonnellate dei quali almeno 8 finiscono in mare. Per questo LifeGate ha lanciato l’iniziativa LifeGate PlasticLess per installare nei porti italiani il maggior numero possibile di Seabin, “cestini della spazzatura” in grado di risucchiare plastiche e microplastiche dall’acqua.
Il nostro compito è facilitare il lavoro dei Seabin, rinunciando all’usa e getta. Ci stanno provando grandi città del calibro di Milano, New York con la messa al bando del polistirolo, Seattle con quella delle cannucce, San Francisco dove le bottiglie di plastica sono fuorilegge. E dal 2021 dovranno farlo tutti i paesi dell’Unione europea perché il nostro pianeta, ormai, di tempo da perdere non ne ha più.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Da settembre nelle scuole primarie e secondarie milanesi piatti e stoviglie saranno in materiale biodegradabile e compostabile.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.
L’organizzazione della Cop30 nella foresta amazzonica porta con sé varie opere infrastrutturali, tra cui una nuova – contestatissima – autostrada.
Incidente nel mare del Nord tra una petroliera e una nave cargo: fiamme e fumo a bordo, si teme lo sversamento di combustibile in mare.
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.