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Niue è la prima nazione considerata Dark Sky Place. Qui le stelle brillano davvero
L’isola di Niue nell’oceano Pacifico è il posto migliore al mondo nel quale osservare gli astri secondo l’organizzazione International dark sky association.
Niue, una nazione insulare nel sud dell’oceano Pacifico con una popolazione di soli 1.600 abitanti, è ufficialmente il primo stato ad essere nominato Dark Sky Place. Definizione con la quale vengono indicati i luoghi con minimi livelli di inquinamento luminoso, dove il cielo è perfettamente nitido. E dunque ideale per l’osservazione delle stelle. Per la prima volta l’associazione International dark sky association (Ida), che si occupa di individuare e preservare i migliori cieli notturni del mondo, ha premiato un intero territorio nazionale. Dopo aver fatto conoscenza con i Dark Sky Sanctuaries, è giunto il momento di avvicinarsi a Niue, anche solo virtualmente, per scoprire il suo eccezionale firmamento.
La meraviglia dei cieli notturni di Niue
Primo paese a potersi fregiare del titolo di Dark Sky Place, Niue (che si pronuncia niuei) spera in questo modo di far conoscere al mondo i suoi splendidi paesaggi e le aree naturali che lo compongono. Ida concede il riconoscimento ai luoghi che presentano notti stellate eccezionali e che si impegnano a proteggere l’ambiente notturno. Dopo che sia la zona est sia quella centrale dell’isola avevano ricevuto il titolo (già ottenuto da zone incontaminate come il Massacre Rim, nello stato americano del Nevada, e la Elqui Valley in Cile) l’associazione statunitense ha deciso di premiare lo stato oceanico nella sua interezza.
We’ve got a special new International Dark Sky Place Announcement! Following a rigorous application and approval process, the Pacific island of Niue is the world’s first WHOLE COUNTRY to become an IDSP. https://t.co/qWrGCCbQGN
— IDA Dark-Sky (@IDADarkSky) March 10, 2020
“A seguito di una rigorosa procedura di approvazione, desidero congratularmi formalmente con Niue per essere la ‘new entry’ del programma internazionale Dark Sky Places”, si è congratulato Adam Dalton di Ida. Anche gli abitanti dello stato soprannominato “The Rock” e famoso per i suoi alberi da cocco hanno affermato che “le stelle e il cielo notturno hanno un enorme significato per il modo di vivere di Niue, dal punto di vista culturale, ambientale e sociale. Essere una ‘nazione Dark Sky Place’ aiuterà a proteggere la natura di Niue, a vantaggio delle generazioni future di abitanti e dei visitatori del paese”.
Alcune delle misure significative adottate dal governo includono la sostituzione completa dei lampioni stradali e il potenziamento dell’illuminazione privata domestica. Infatti, per essere scelti da Ida bisogna rispettare regole severe prese in concordanza con gli organi politici locali. Luci pubbliche ecosostenibili ed illuminazioni casalinghe non invadenti sono alcuni dei dettami da seguire. Lavori di ormai facile attuazione che consentono alle costellazioni di poter essere viste a occhio nudo nelle ore serali.
Leggi anche: La notte è sempre meno buia: l’inquinamento luminoso aumenta ogni anno
Il turismo astronomico, un settore in crescita
Gli Stati Uniti hanno numerosi santuari del cielo notturno mentre in Europa per ora si trovano solo “riserve” e “comunità”, altre attribuzioni (meno rigorose) assegnate da Ida. In Italia ancora nulla, ma le ricerche sono sempre aperte. Niue, d’altra parte, tentava di entrare nella lista dal 2018, per puntare sul turismo astronomico, un comparto in crescita del settore vacanze. Con la voglia crescente di natura, gli esperti sono convinti che in futuro i viaggiatori andranno a cercare sempre più i luoghi selvatici e senza inquinamento di alcun tipo.
Nonostante una cospicua migrazione verso la Nuova Zelanda, molti abitanti di Niue sono rimasti in patria. E oggi sperano che “l’astroturismo” porti nuovi introiti. Chi vuole recarsi nell’isola deve andare in Nuova Zelanda e poi prendere un volo di tre ore verso la capitale Alofi: un viaggio certamente lungo a partire dall’Italia. Ma che vale la pena se si vuole ritrovare il firmamento dopo essersi abituati alle notti “artificiali” dell’Occidente.
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