
Finora si sapeva poco o nulla dell’impatto ambientale degli alimenti confezionati con più ingredienti. I ricercatori di Oxford ne hanno studiati 57mila.
Di mais bianco e sorgo: due chef ci danno qualche idea per cucinarle queste paste alternative e noi vi spieghiamo perché fanno bene (non solo a chi è intollerante al glutine).
Esigenza di chi è intollerante al glutine, le paste alternative a quella di grano possono essere salutari per tutti, specie se sono prodotte con farine di cereali antichi dalle molte proprietà. Il mais bianco, ad esempio, lo conoscete? È naturalmente privo di glutine e vanta una quantità di fibre pari al triplo di quella della farina 00 e di più del triplo del mais giallo. Contiene poi il 30 per cento del fabbisogno quotidiano di ferro e di fosforo, oltre a vitamina B6. Nutracentis, marchio di Agricultura Biologica, ne utilizza la farina, ottenuta da coltivazioni 100 per cento italiane e biologiche certificate, per produrre una pasta trafilata al bronzo, essiccata lentamente a bassa temperatura, che risulta avere un basso indice glicemico e essere altamente digeribile.
Dopo aver lavorato con grandi cuochi in Italia e in Europa, Fabio Abbattista, cinque anni fa è approdato come executive chef all’Albereta Relais Chateaux di Erbusco (BS) raccogliendo l'(ingombrante) eredità lasciata da Gualtiero Marchesi. Pugliese, il suo marchio di fabbrica è il grano arso, tradizionale della sua terra e dal sapore tostato, ma qualche mese fa ha conosciuto la pasta di mais bianco Nutracentis e, insieme a nutrizionisti e dietisti che lavorano con lui, ha pensato di utilizzarla nel menù benessere dell’Espace Chenot Health Wellness SPA de L’Albereta. “Di questo prodotto ho apprezzato innanzitutto il processo di produzione e la filiera che ci sta dietro, poi utilizzandolo ho constatato anche che è una pasta di mais che tiene benissimo la cottura e che in cucina è molto duttile. Io propongo la variante dei maccheroncini con curcuma e pepe nero con una crema di zucchine e fiori di zucca. La pasta di mais bianco classica, invece, è ottima anche solo condita con pomodorini datterino e basilico, mentre quella con la spirulina la immagino in abbinamento con un ingrediente che viene dal mare”. Lo chef, la cui filosofia di cucina è improntata sulla qualità della materia prima lavorata con una tecnica sapiente, ci regala anche qualche consiglio di cottura: “Io tiro fuori la pasta di mais dall’acqua 2/3 minuti prima e termino di cuocerla in padella con l’acqua di cottura e il condimento come una pasta risottata”.
“Stavo cercando una pasta alternativa per rispondere alle esigenze dei clienti celiaci – ci racconta invece Claudio Di Dio, cuoco e proprietario del ristorante vegano BistròBiò di Milano – Un medico che frequenta il mio locale, e che considera l’alimentazione un aspetto fondamentale per curare le patologie, mi ha fatto conoscere Nutracentis. La utilizzo da oltre un anno, in tutti i formati e varianti: mantiene l’artigianalità, la ruvidezza e la consistenza della pasta fatta in casa”. Oltre al mais bianco, lo chef cucina la pasta di sorgo: “Mentre il sorgo in sé è difficile da mangiare poiché risulta un po’ amarognolo e gelatinoso, la pasta invece ha convinto subito tutti. La condisco, ad esempio, con un ragù di lenticchie, con un pesto vegano, oppure con olive, capperi e pomodori secchi come un’insalata di pasta. Claudio, che dieci anni fa ha abbracciato il veganesimo come filosofia di vita, con la sua cucina vuole comunicare soprattutto una cosa: “Il cibo è socializzazione e comunicazione. Anche se stai mangiando da solo, se ti fermi ad assaporare quello che metti in bocca, senti che il cibo ti parla e ti nutre”.
E questa è una pasta che nutre apportando benefici all’organismo. “Nel 1998 ho iniziato a soffrire di sindrome dell‘intestino irritabile (IBS), morbo di Crohn e reflusso gastroesofageo – racconta Monia Caramma, fondatrice di Agricultura Biologica – Allora i medici non sapevano come trattare queste patologie se non con antidolorifici e farmaci per inibire la pompa gastrica. Dopo lunghe ricerche ho capito invece le possibili correlazioni tra malattia e nutrizione e ho iniziato a studiare tecniche agronomiche, miglioramento genetico dei cereali, processi di trasformazione delle materie prime in pasta. Sono riuscita a ottenere una pasta di sorgo puro che viene reidratato in 4 minuti di cottura nell’acqua, con una minima dispersione di nutrienti. Come mostrano le analisi, il sorgo mantiene così gli amidi e le fibre che lo rendono altamente digeribile. La quantità di ferro e di fosforo contenuti nel sorgo si potrebbe poi rivelare utile nel contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia: stiamo continuando uno studio iniziato nella primavera del 2017 su pazienti in cura per cancro al colon e alla mammella che assumono giornalmente pasta di sorgo e presto avremo i risultati oggettivi (valori del sangue) e soggettivi (percezione della qualità della vita)”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Finora si sapeva poco o nulla dell’impatto ambientale degli alimenti confezionati con più ingredienti. I ricercatori di Oxford ne hanno studiati 57mila.
Fritte, al forno o in padella, le polpette di peperoni, ceci e prezzemolo custodiscono l’essenza del sole estivo per offrirla in un sol boccone.
Per la produzione di olio spagnola e italiana si stima un calo dal 20 al 30 per cento. Anche i cereali sono a rischio e si attende il grano dall’Ucraina.
L’operazione dell’Europol ha svelato un commercio in aumento di pesticidi illegali, sostanze pericolose perché non se ne conosce la composizione chimica.
Fresca, anzi freschissima! La crema fredda di cetrioli e gamberi speziati è facile, veloce e richiede solo 5 minuti di fornello.
Considerati i rischi per la salute derivanti dall’esposizione a nitriti e nitrati, l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese suggerisce come ridurne l’assunzione, a partire dai salumi.
Greenpeace Africa chiede una modifica della normativa sui semi in Kenya che favorirebbe le multinazionali a discapito dei piccoli agricoltori.
Icam, azienda lecchese che vanta oltre 75 anni di storia nel settore del cioccolato, fa il punto sui progressi fatti in termini di sostenibilità.
D’estate il deperimento degli alimenti è più facile, ma si può evitare con i giusti accorgimenti e strumenti. Come il sottovuoto.