Per la Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno, abbiamo scelto otto tecnologie che combattono l’inquinamento da plastica nei mari e nei fiumi.
Uso della plastica, cosa prevede il patto europeo per questo materiale
Tante strade percorribili per un uso più virtuoso della plastica: favorire il riciclo e il riuso, diminuire la plastica vergine e aumentare quella riciclata. Con il contributo di istituzioni e consumatori.
Favorire il riciclo e il riuso dei packaging in plastica. Usare più plastica riciclata per gli imballaggi fino ad arrivare al 30 per cento del peso e ridurre l’uso di plastica vergine almeno del 20 per cento. L’Italia si dà degli obiettivi green, e coinvolge le aziende più virtuose per renderli effettivi. Non si demonizza, dunque, l’uso di un materiale che nell’industria alimentare ha ancora tanti vantaggi in termini di sicurezza, trasparenza e conservazione ottimale, ma se ne incoraggia un utilizzo responsabile e sempre più virtuoso.

Ogni azienda che fa uso di packaging di plastica dovrà dunque assicurarne la riutilizzabilità (per esempio come sacchetto contenitore, una volta svuotato) e progressivamente favorirne la realizzazione con meno plastica vergine e più plastica riciclata. È questo il senso del Patto europeo sulla plastica (European plastic pact), lanciato nel 2019 su iniziativa di Francia e Olanda per accelerare le pratiche di riuso e di riciclo. Con soluzioni innovative e per una transizione più rapida verso l’economia circolare.
Anche l’Italia è tra i 15 Paesi aderenti, insieme a 66 aziende e organizzazioni private che hanno sottoscritto il patto, impegnandosi su quattro punti specifici: la progettazione circolare di prodotti e imballaggi in plastica; l’uso responsabile di tale materiale; il riciclo; l’uso dei prodotti riciclati.
I quattro obiettivi del patto sulla plastica entro il 2025
Riutilizzo e riciclabilità: gli imballaggi e i prodotti in plastica monouso devono essere progettati in modo da poter essere riutilizzati, ove possibile, e in ogni caso essere riciclabili.
Uso responsabile della plastica: occorre passare a un uso più sostenibile degli imballaggi e dei prodotti in plastica monouso, con l’obiettivo di ridurre i prodotti in plastica vergine e gli imballaggi almeno del 20 per cento (in termini di peso).
Riciclo dei prodotti monouso: l’impegno è di ottenere un incremento di almeno 25 punti percentuali nella raccolta, selezione e riciclo di tutte le materie plastiche utilizzate negli imballaggi e nei prodotti monouso. Raggiungendo così un valore sufficiente a soddisfare la domanda.
Uso di plastica riciclata: si prevede di aumentare l’uso di materie riciclate nei nuovi prodotti e imballaggi, in modo tale che le imprese utilizzino nella loro gamma di prodotti e imballaggi almeno il 30 per cento di materie plastiche riciclate (in peso).
Pensare politiche fiscali e di sensibilizzazione
Ma non sono solo le aziende a dover dimostrare il proprio impegno. Come ogni patto di sistema, è richiesta un’importante assunzione di impegno da parte delle istituzioni e di sensibilizzazione dei consumatori, che devono poi attuare la raccolta differenziata.

Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi, anche i governi che hanno aderito al patto, tra i quali figura appunto l’Italia, dovranno attuare politiche che investano nelle infrastrutture di raccolta e riciclo di rifiuti, prevedendo politiche fiscali di sostegno, sensibilizzando i consumatori. Interventi che andranno effettuati a livello nazionale, ma che anche grazie al patto andranno pensati a livello europeo da tutti gli attori pubblici e privati in prima fila nella lotta all’inquinamento. L’adesione al patto è su base volontaria, ma presuppone l’assunzione di impegni quantificabili ed estremamente ambiziosi, verificabili ogni anno. Un primo passo, dunque, ma molto significativo.
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