
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
Secondo la ricerca del Cnr sulle tipicità alimentari della Puglia, in particolare della Murgia barese, la cipolla rossa, simbolo della regione e con un Consorzio di tutela dedicato, si conferma essere un cibo dai tanti aspetti benefici per la salute. Le proprietà della cipolla rossa Dal sapore dolce-piccante è un must della cucina mediterranea: cotta
Secondo la ricerca del Cnr sulle tipicità alimentari della Puglia, in particolare della Murgia barese, la cipolla rossa, simbolo della regione e con un Consorzio di tutela dedicato, si conferma essere un cibo dai tanti aspetti benefici per la salute.
Dal sapore dolce-piccante è un must della cucina mediterranea: cotta o cruda insaporisce i piatti e fa anche bene. Coltivata da Egizi, Greci e Romani sin dall’antichità, la cipolla rossa è sempre stata considerata uno dei cibi della salute. Il colore rosso della parte esterna è determinato dalla presenza di antocianine, potenti antiossidanti, che donano a queste cipolle molte proprietà benefiche soprattutto se consumate crude. Questo alimento aiuta a ridurre i livelli di colesterolo cattivo, contiene vitamina C, ferro, vitamina E, selenio, iodio, zinco e magnesio. Inoltre, ha proprietà antinfluenzali e antiemorragiche. È anche un ottimo tonificante per vene e arteria ed è nota per il suo potere diuretico e depurativo: favorisce, infatti, l’eliminazione di acqua e diminuisce la ritenzione idrica. Ma non finisce qui: è un ottimo rimedio contro la tosse, il raffreddore e l’asma.
La regina in rosso delle cipolle sembra proprio essere quella di Acquaviva delle Fonti (Bari). “È uno dei prodotti che rappresenta la ricchezza primaria del nostro territorio”, ha dichiarato Davide Carlucci, il sindaco della cittadina che è anche presidente dell’associazione Cuore della Puglia, “la ricerca del Cnr ci consente di dare una validazione scientifica al tema delle sue qualità salutistiche. Mettiamo insieme benessere, crescita culturale ed economica e sviluppo ecosostenibile”.
Il Cnr sta dunque studiando gli effetti dei principi attivi presenti nella cipolla rossa per poi fissarli in nanocapsule. In questo modo i ricercatori vogliono cercare di valorizzare di più gli scarti della lavorazione, incentivare il consumo del prodotto fresco e diffondere la cultura del mangiar sano. “Stiamo vedendo se la quercetina che proviene dalla cipolla rossa, e incide sulla flora batterica, potrà influire anche a livello neurologico”, ha spiegato Giuseppe Gigli, direttore dell’Itituto di nanotecnologie del Cnr che sta lavorando con le associazioni dei Comuni Cuore della Puglia nell’ambito delle attività del Tecnomed Puglia, il tecnopolo per la medicina di precisione.
“Utilizzando cellule umane, in laboratorio si ricostruisce la più piccola unità funzionale tridimensionale rappresentativa di un un organo – sano o malato – e così possiamo vedere gli effetti sul paziente. Sono sistemi in vitro, detti organi-su-chip che, inoltre, evitano completamente la sperimentazione sugli animali”, ha spiegato Gigli. “È risaputo come la dieta mediterranea sia basata su alimenti ricchi di polifenoli, che sono antiossidanti e antinfiammatori. Ora stiamo studiano gli effetti di determinate sostanze nutrienti su alcune patologie”, conclude.
In questo studio, che durerà cinque anni, rientrano diversi cibi normalmente sottovalutati dall’industria alimentare. Stiamo parlando della canapa, delle mandorle di Toritto e del piccolo cece nero della Murgia carsica che contiene fibre tre volte superiori a quello comune. Un ingrediente tanto prezioso da essere inserito nella zuppa di legumi che ha nutrito l’astronauta Samantha Cristoforetti nelle sue missioni spaziali. Quella del potenziale dei polifenoli nei vegetali si dimostra una ricerca delicata e complessa “ma l’utilizzo di tecniche innovative di spettroscopia di massa ad alta risoluzione”, spiega Gigli, “permetterà di risolvere queste difficoltà. Inoltre, la valorizzazione dell’agroalimentare sarà possibile attraverso sistemi basati su nanocapsule in grado di proteggere e rilasciare in modo controllato i principi attivi”.
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