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Pasta Garofalo, la nuova confezione ha il 30 per cento di plastica riciclata

Garofalo lancia un nuovo packaging con plastica riciclata con processo chimico e compensa le emissioni di CO2 con la tutela di foreste in crescita.

  • Rispetto a vent’anni fa, produciamo il doppio della plastica e il doppio dei rifiuti e, secondo le stime, entro il 2060 i numeri saranno triplicati.
  • Il riciclo è tra le principali soluzioni all’inquinamento, ma attualmente solo il 9 per cento dei rifiuti di plastica viene riciclato.
  • Con il lancio di un nuovo packaging in plastica riciclata, Garofalo si impegna nel riutilizzo dei rifiuti, nel risparmio di materie prime vergini e nella riduzione delle emissioni.
  • E con l’adesione a Impatto Zero di LifeGate, il pastificio compensa le emissioni di CO2 con la tutela di foreste in crescita in Indonesia.

Quanta plastica produciamo? Quanta di quella che buttiamo viene dispersa nell’ambiente? E quanta ne ricicliamo? Stando al rapporto Global plastics outlook dell’Ocse, nel 2019 sono state prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica a livello globale, il doppio rispetto alle 234 milioni di tonnellate del 2000. E, secondo le stime, nel 2060 questi numeri saranno triplicati. La stessa cosa vale per i rifiuti: sempre nel 2019 ammontavano a 353 milioni di tonnellate, una cifra raddoppiata rispetto ai 156 milioni di tonnellate nel 2000 e che si prevede triplicherà nel 2060.

plastica riciclata
Secondo le stime dell’Ocse, i rifiuti di plastica triplicheranno nel 2060 © Getty Images

Il ciclo di vita della plastica – la maggior parte prodotta a partire da combustibili fossili – è responsabile per il 3,4 per cento delle emissioni globali di gas serra: parliamo di 1,8 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente che, senza un’inversione di rotta, diventeranno 4,3 miliardi di tonnellate nel 2060.

Solo il 9 per cento dei rifiuti di plastica viene riciclato

Un ruolo importante nella riduzione dell’impatto ambientale della plastica, sia a livello di produzione sia di smaltimento, è quello del riciclo. Produrre plastica utilizzando materiali riciclati inquina meno rispetto all’utilizzo di materiale vergine e si risparmiano materie prime; dall’altra parte, si riduce la quantità dei rifiuti inceneriti oppure conferiti in discarica o, ancora peggio, dispersi nell’ambiente.

 

plastica riciclata
Si calcola che solo il 9 per cento dei rifiuti di plastica venga riciclato © Getty Images

Eppure, sempre secondo le stime dell’Ocse, attualmente solo il 9 per cento dei rifiuti di plastica viene riciclato. Questo perché in molti casi è più conveniente a livello economico produrre plastica vergine, ma anche perché mancano incentivi per il riciclo (e disincentivi per la discarica e gli inceneritori). Riciclare questo materiale, inoltre, è un processo complicato perché ci sono molti tipi di plastica, alcuni più facili da riciclare (come il pet delle bottiglie), altri composti da numerose sostanze difficili da isolare per essere recuperate e riciclate. Infine, sarebbe necessario creare nuovi mercati per la plastica riciclata, a partire, ad esempio, da quello degli imballaggi.

Pasta Garofalo: un nuovo packaging composto al 30 per cento da plastica riciclata con processo chimico

Consapevole di questo, nel suo percorso di sostenibilità, il Pastificio Lucio Garofalo è la prima azienda nel settore pastaio a utilizzare per il packaging dei suoi prodotti plastica riciclata ottenuta dal riciclo chimico. Si tratta di un processo diverso da quello meccanico che, rispetto a quest’ultimo, apre possibilità di riciclo inedite per frazioni di rifiuti ad oggi difficili da riciclare come la plastica da raccolta domestica. Il riciclo chimico, infatti, “rompe” le molecole che compongono i polimeri che costituiscono le diverse tipologie di plastica utilizzata per imballaggi, convertendoli in materia prima equivalente a un materiale vergine e utilizzabile per produrre nuovamente plastica.

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Il processo chimico di riciclo della plastica è in grado di decomporre i polimeri che compongono la plastica per ottenere materiali vergini © Getty Images

Nonostante il costo elevato del processo e la scarsa disponibilità di materiale ottenuto con riciclo chimico, il pastificio di Gragnano ha scelto di portare avanti questo progetto in virtù dei benefici che ne derivano, tra cui la riduzione dell’utilizzo di risorse fossili, e in un’ottica di perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in particolare il numero 7 (Energia pulita e accessibile), il numero 12 (Consumo e produzione responsabili) e il numero 15 (La vita sulla terra). 

Da marzo, dunque, cinque formati di pasta Garofalo (spaghetti, penne ziti rigate, fusilli, farfalle, elicoidali) sono disponibili in un packaging composto per il 30 per cento di plastica riciclata con processo chimico. L’intenzione dell’azienda per il prossimo futuro è quella di estendere quest’innovazione ad altri prodotti della linea e di aumentare ogni anno la percentuale di materiale plastico riciclato, nella speranza che il sostegno aziendale a questo processo di riciclaggio ne determini una crescente disponibilità. 

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Cinque formati di pasta Garofalo (spaghetti, penne ziti rigate, fusilli, farfalle, elicoidali) sono disponibili nel nuovo packaging con il 30 per cento di plastica riciclata e riciclabile © Garofalo

Garofalo aderisce a Impatto Zero e compensa le emissioni di CO2 con la tutela di foreste in crescita in Indonesia 

Con l’adesione a Impatto Zero di LifeGate, Garofalo si è impegnato a compensare le emissioni di CO2 legate alla produzione dei suoi  packaging, in particolare alla fabbricazione e commercializzazione del packaging primario dei prodotti a marchio Garofalo destinati al mercato italiano per l’equivalente di oltre 750 tonnellate di polipropilene e 120 milioni di pezzi, da luglio 2022 alla fine del 2023.  

Le emissioni sono state compensate con i crediti di carbonio generati dal Rimba Raya biodiversity reserve project , che prevede la conservazione di foreste in crescita con obiettivi di prevenzione, protezione e sviluppo locale. Il progetto preserva 91.215 ettari di foresta tropicale in Indonesia, un’area ricca di biodiversità che rischiava di diventare una piantagione di olio di palma, evitando in media 3.527.171 tonnellate di emissioni di CO2 equivalente l’anno, per un totale di 104.886.254 tonnellate di CO2 equivalente nell’arco di 30 anni di progettualità.

Tutte le informazioni riguardo al nuovo impegno di Garofalo si possono trovare sul sito dedicato www.innamoratidelpianeta.it, direttamente accessibile anche dal QRcode posto sui packaging di pasta.

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