
L’accusa di Greenpeace: “A Davos le banche nemiche del clima”
Il World economic forum 2020 punta sulla sostenibilità, ma per Greenpeace sconta una contraddizione: le banche presenti finanziano ancora carbone e petrolio
Il World economic forum 2020 punta sulla sostenibilità, ma per Greenpeace sconta una contraddizione: le banche presenti finanziano ancora carbone e petrolio
Il colosso mondiale del private equity BlackRock ha annunciato che spingerà le aziende che operano nel carbone e nello stoccaggio di combustibili fossili a uscire da questo settore. Una decisione che potrebbe cambiare lo scenario mondiale degli investimenti.
I combustibili fossili continuano a essere sovvenzionati dallo stato con sussidi per quasi 20 miliardi di euro l’anno. La manovra finanziaria ne vale 32. Perché?
Il carbone è destinato al fallimento economico. In Europa rischia un buco di 6,6 miliardi di euro nel 2019. E in futuro gli affari andranno sempre peggio.
Un report punta il dito su 20 colossi dei combustibili fossili: a loro è imputabile il 35 per cento delle emissioni che hanno portato all’emergenza climatica.
Un paradiso terreste di 13mila chilometri quadrati, irrimediabilmente compromesso da quasi un secolo di estrazioni sconsiderate. Così il lago di Maracaibo in Venezuela è diventato nero.
L’amministrazione Trump ha avviato i passi finali per aprire oltre 600mila ettari del parco nazionale dell’Alaska alle perforazioni di petrolio e gas.
Per sostenere la transizione energetica verso fonti di energia pulita, è sufficiente impiegare una piccola parte degli attuali sussidi ai combustibili fossili.
Con le tute e le maschere di Dalí, come nella Casa di carta, gli attivisti di Fridays for future si sono schierati di fronte alle banche che si ostinano a finanziare i combustibili fossili.
A sorpresa, decine di attivisti hanno organizzato un sit-in davanti alle più grandi banche della Svizzera, che si ostinano a finanziare carbone e petrolio.