L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Le due organizzazioni mondiali accusano l’industria del latte artificiale di diffondere messaggi pubblicitari aggressivi e fuorvianti.
Genitori e donne incinte, a livello globale, sarebbero esposti a una pubblicità aggressiva e non etica del latte artificiale: è quanto emerge da un primo rapporto pubblicato sul tema da Oms e Unicef basato su interviste a 8.500 genitori e donne in gravidanza e a 300 operatori sanitari in tutto il mondo per capire come il marketing del latte artificiale influenzi le decisioni sull’alimentazione dei neonati.
Alla luce dei risultati del rapporto, le due organizzazioni delle Nazioni Unite hanno mosso una vera e propria denuncia all’industria del latte artificiale accusandola di utilizzare strategie di marketing sistematiche e pervasive nei confronti delle famiglie e di aver spinto operatori sanitari di tutti i paesi – con regali promozionali, finanziamenti per la ricerca e persino commissioni di vendita – a influenzare le nuove madri sulle scelte di alimentazione dei bambini: più di un terzo delle donne intervistate ha affermato che un operatore sanitario aveva raccomandato loro una marca specifica di latte in formula.
Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha chiesto che le norme sul marketing del latte artificiale siano “adottate e applicate urgentemente per proteggere la salute dei bambini”. La commercializzazione dei sostituti del latte materno – così come quella del tabacco – è infatti sottoposta a un codice internazionale, un accordo di salute pubblica che tutela le madri e i bambini, stipulato nel 1981.
Nel mondo solo il 44 per cento dei bambini di età inferiore ai sei mesi viene allattato esclusivamente al seno. E mentre i tassi globali di allattamento al seno sono aumentati molto poco negli ultimi vent’anni, le vendite di latte artificiale sono più che raddoppiate più o meno nello stesso periodo raggiungendo un valore di mercato di 55 milioni di dollari.
Secondo il rapporto questa tendenza è causata dai messaggi fuorvianti e scientificamente privi di fondamento dell’industria del latte artificiale che contribuisce a diffondere falsi miti sull’allattamento al seno e sul latte materno – come l’inadeguatezza del suo potere nutriente – minando la fiducia delle donne nella loro capacità di allattare con successo.
“Messaggi falsi e fuorvianti sull’alimentazione artificiale sono un ostacolo sostanziale all’allattamento al seno, che sappiamo essere il migliore per i bambini e le madri”, ha affermato il direttore esecutivo dell’Unicef Catherine Russell. Per l’Oms, l’allattamento al seno è il modo migliore per fornire ai bambini i nutrienti di cui hanno bisogno per una crescita e uno sviluppo sani e può prevenire il 13 per cento dei decessi infantili.
Secondo i dati scientifici, infatti, l’allattamento al seno entro la prima ora dalla nascita, seguito da quello esclusivo per sei mesi e o continuato fino a due anni o oltre, offre una potente linea di difesa contro tutte le forme di malnutrizione infantile. L’allattamento al seno funge anche da primo vaccino per i bambini, proteggendoli da molte malattie infantili comuni e riducendo i rischi futuri di diabete, obesità e alcune forme di cancro nelle madri che allattano.
L’Oms e l’Unicef hanno invitato i governi, gli operatori sanitari e l’industria degli alimenti per l’infanzia a rispettare il codice di commercializzazione dei sostituti del latte materno e a investire in politiche e programmi di sostegno per l’allattamento al seno, come un congedo parentale retribuito adeguato.
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