
Viaggio come nomadismo spirituale
Il nomadismo spirituale è il bisogno di evasione, di elevazione. La ricerca di un Altrove che appaghi insieme ansie di assoluto e desideri voluttuosi
Il nomadismo spirituale è il bisogno di evasione, di elevazione. La ricerca di un Altrove che appaghi insieme ansie di assoluto e desideri voluttuosi
I nostri giudizi morali si sono creati nell’arco di millenni e tramandati di padre in figlio, ma possiamo imparare a valutare ogni situazione con occhi nuovi, attivando le parti del cervello che coinvolgono il ragionamento e il dialogo.
E’ nel sistema limbico, sede della memoria olfattiva, che si generano le sensazioni umane. Neurofisiologia, antropologia e etno-cosmesi colgono, insieme, sfere di significato inaccessibili allo sguardo umano.
Sui video di tutto il mondo, sui giornali italiani di oggi, immagini scioccanti che hanno il terribile potere di scatenare gli istinti più bassi.
Nelle metropoli multietniche non sempre le strutture istituzionali riescono ad accogliere tutti i bambini e affrontare tutti i problemi. Il volontariato offre un aiuto indispensabile per favorire il loro buon inserimento.
Operare nel mondo dell’emarginazione vuol dire imparare ad accettare veramente e profondamente l’altro, per fargli trovare dignità.
Stiamo tutti imparando quali messaggi di mail aprire e quali no, quali allegati scaricare o fulminare all’istante, ma le tecniche di intrusione nel nostro pc evolvono rapidamente.
Arteterapeuta ante litteram, artista della Bauhaus, dopo la deportazione a Terezin nel ’42, ha dedicato il suo talento artistico e umano ai bambini del campo di concentramento.
I “Pensieri” di Pascal costituiscono un punto di riferimento sulla condizione dell’uomo: una sorta di enigma, nella sua inquietudine e ambivalenza, sospeso tra caduta e redenzione, bene e male.
La solitudine, ben diversa dall’isolamento, si delinea come uno stare al mondo autentico e positivo: un fecondo raccoglimento interiore per poi riaprirsi agli altri.