Turismo sostenibile in Italia e nel mondo, definizione ed esempi

Il turismo sostenibile rappresenta un modo di viaggiare nel rispetto dell’uomo e del pianeta. Ecco una guida pratica per chi sta pianificando le vacanze.

La crisi economica mondiale, che ha toccato quasi tutti gli ambiti della nostra vita, sembra invece aver “graziato” il settore turistico internazionale: nel 2016, secondo quanto riportato dall’Unwto, l’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per il turismo, il giro d’affari internazionale è stato di è stato di 1.260 miliardi di dollari e il numero di viaggiatori ha quasi raggiunto il miliardo e 200 mila persone, poco più di un settimo degli abitanti del pianeta. Un toccasana per l’economia, ma a volte un problema per l’ambiente e il pianeta. Migliorare questa situazione è possibile: basta iniziare a considerarla un’opportunità importante per cambiare abitudini e iniziare a viaggiare in modo più “leggero”.

Definizione: cos’è il turismo sostenibile

La definizione che dà di turismo sostenibile l’americana International Ecotourism Society è quella di “un viaggio responsabile nelle aree naturali che preserva l’ambiente e migliora il benessere delle popolazioni locali”. Per riassumere potremmo usare il motto di Alastair Fuad-Luke, autore del libro “Eco-travel handbook” ed esperto di stili di vita sostenibili, dicendo che l’ecoturista è un viaggiatore che ama “Divertirsi, non distruggere“.

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“Divertirsi, non distruggere”, è questo il motto del turista responsabile.

Quanti sono gli ecoturisti

Gli italiani che dichiarano di praticare un turismo sostenibile e responabile sono circa il 16 per cento. Lo afferma il sesto rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, pubblicato lo scorso febbraio, a cura di Ipr Marketing e Fondazione Univerde. I dati di quest’anno, relativi al 2015, vedono una consapevolezza sempre crescente: le persone che affermano di essere disposte a pagare un po’ di più (tra il 10 e il 20 per cento) la vacanza pur di avere accesso a servizi sostenibili sono il 44 per cento del campione, mentre sono il 41 per cento quelli che si informano sulla sostenibilità delle strutture. Menù bio, sistemi antispreco e pannelli fotovoltaici sui tetti sono tra i fattori più determinanti per la scelta.

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Gli ecoturisti cercano menù bio, sistemi antispreco e pannelli fotovoltaici sui tetti.

Scegliere la meta (gli itinerari del turismo sostenibile)

Dove si può essere più “eco”? Potremmo pianificare un viaggio responsabile in uno dei Paesi che secondo l’Environmental performance index (Epi) sono i più rispettosi dell’ambiente. Sui 180 presi in esame nel 2016, i migliori 10 sono risultati, nell’ordine, Finlandia, Islanda, Svezia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Portogallo, Estonia, Malta e Francia (l’Italia è solo 29esima). Per chi ama invece il turismo metropolitano, secondo il Sustainable cities index la città più eco del mondo è Francoforte, seguita da Londra, Copenhagen, Amsterdam, Rotterdam, Berlino, Seoul, Hong Kong, Madrid e Singapore. Infine, essere turisti responsabili negli oltre mille siti Unesco patrimonio dell’umanità (solo l’Italia ne ha 51) ha particolarmente senso: un approccio sostenibile aiuterebbe a conservarli, specialmente quelli che secondo l’ente delle Nazioni Unite sono a rischio sparizione.

Famiglia in cammino
La popolarità dei cammini italiani, come la via Francigena, è in ascesa.

Il turismo sostenibile in Italia – alcuni esempi

Se vogliamo restare in Italia, non sottovalutiamo per esempio l’enorme potenziale dei cammini “nostrani”, come la via Francigena, la via di San Francesco o di San Benedetto: le persone che scelgono questo tipo di viaggio, che è spirituale e culturale insieme, sono sempre di più.
Gli esempi di turismo sostenibile in Italia sono però moltissimi! Eccone alcuni.

Sardegna

Per gli amanti del trekking, c’è la gola di Gorropu. Si trova nel Supramonte, tra i comuni di Orgosolo e Urzulei: considerata uno dei canyon più profondi d’Europa, ospita diverse specie endemiche.

Sicilia

Imperdibile è il parco dei Nebrodi, grande area verde che si trova tra le province di Messina, Enna e Catania. Qui è possibile perdersi tra le bellezze naturali, ma anche godere dei piaceri della tavola (da non perdere: il pistacchio di Bronte) e dell’arte (le maioliche di Santo Stefano di Camastra sono da vedere assolutamente).

Puglia

Il Salento in bicicletta “si può fare”. Le proposte per itinerari sostenibili e responsabili su due ruote della durata di una settimana sono diverse e toccano varie tappe importanti, da Otranto, a Gallipoli, a Santa Maria di Leuca.

Turismo sostenibile in bicicletta
Da Otranto, a Gallipoli, a Santa Maria di Leuca: il turismo sostenibile in Puglia in bicicletta si può fare.

Toscana

Un esempio di itinerario sostenibile è quello che si sviluppa nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna: la meta è la cascata dell’Acquacheta, generata dal fiume omonimo che nasce sull’Appennino toscano in provincia di Firenze. Il luogo è anche un parco letterario, nominato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia.

Il turismo sostenibile nel mondo – alcuni esempi

Fare ecoturismo nei grandi parchi e nelle aree verdi è relativamente facile. Ma si possono organizzare vacanze sostenibili e responsabili nelle città e nelle mete più gettonate del mondo? Cosa si può vedere? Qualche esempio.

Cuba

Qui non si viene “solo” per toccare con mano la storia di una rivoluzione, ma anche per gustare prodotti tipici locali bio, come il miele. Cuba, infatti, che per anni non si è potuta permettere i pesticidi, ha un ambiente naturale che favorisce le api: qui la moria del prezioso insetto non si è mai verificata, anzi. Le api godono di ottima salute, tanto che la produzione di miele è diventata un’esportazione chiave del paese.

New York

Nella Grande Mela non mancano certo i viaggiatori… ma si può fare turismo sostenibile a New York? L’offerta della città è così vasta, che la risposta non può essere che affermativa. Secondo alcuni, è anche possibile calibrare un itinerario sostenibile ad hoc per i più piccoli.
New York si è inoltre attrezzata da luglio 2015 per ridurre l’impatto dei rifiuti “da strada” e ha bandito le stoviglie e i contenitori per cibi e bevande in polistirolo, ammettendo solo quelli in bioplastica.
new york Statua della libertà
Si può fare turismo sostenibile a New York? Secondo alcuni sì, coinvolgendo anche i più piccoli.

Turismo sostenibile: consigli

I mezzi di trasporto

Il mezzo di trasporto “giusto” è fondamentale: come conferma anche l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, quello più ecologico per i lunghi viaggi è il treno. Vi sono tuttavia diverse compagnie aeree che propongono la compensazione del volo applicando una piccola maggiorazione sul prezzo del biglietto. Una volta arrivati a destinazione ci si potrà spostare con i mezzi pubblici, in bici o… a piedi!

 

treno mezzo di trasporto sostenibile
Secondo l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, il treno è il mezzo di trasporto più sostenibile.

Le strutture

Sempre più hotel e strutture turistiche in giro per il mondo hanno deciso di ridurre il proprio impatto e di certificare la propria attenzione all’ecologia. Tra le certificazioni più diffuse troviamo a livello internazionale innanzitutto Ecolabel, poi Green Key, Green Globe,  Sustainable tourism eco-certification program; in Italia bisogna invece cercare marchi come Stay For The Planet, il rating italiano di sostenibilità degli hotel, circuiti come Legambiente turismo e Agriturismi bioecologici Aiab, oppure si possono consultare siti di booking online come EcoWorldHotel ed Ermes.net.

 

Il decalogo Iucn

Ci suggerisce come fare una vacanza consapevole la Iucn, Unione internazionale per la conservazione della natura, con un decalogo pubblicato nel 2011: visitare aree ad alto valore naturalistico o culturale; portare bagagli più leggeri; studiare i percorsi; adattarsi alla cultura locale; scegliere hotel ecosostenibili; valutare treni e pullman come alternative all’aereo; preferire cibi locali; evitare l’acquisto di souvenir realizzati con elementi naturali da piante o specie in via d’estinzione; disturbare gli animali il meno possibile quando si scattano foto in zone incontaminate; mantenere i contatti, una volta tornati a casa, con le associazioni ambientaliste locali.

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