Fiori eduli, l’elenco dei fiori commestibili che puoi usare in cucina

Stufi di servire piatti incolori o sbiaditi? I fiori commestibili possono essere un’idea. Ecco la lista dei fiori che possono essere usati in cucina.

Anche voi potrete creare piatti profumati e gustosi con i fiori commestibili. Un piatto ornato con la viola del pensiero, assume tutta un’altra aria, colore, profumo e significato. Ma possiamo decorarlo anche con i nasturzi. O con vellutati petali di rosa. I fiori commestibili non sono solo una festa per gli occhi, ma anche per il palato. La borragine sa di cocomero, la calendula aggiunge un po’ di aspro, i bei fiori della rucola un pizzico pepato.

Ora, mangiar fiori può sembrare un po’ strano, ma certamente ognuno di noi ne ha mangiati, magari senza pensarci: i broccoli, i carciofi, i cavolfiori, sono tutte infiorescenze delle piante di cui siamo golosi. Cucinare con i fiori può anche sembrare una novità, invece in effetti dietro c’è una certa storia: i Cinesi li usano da migliaia di anni, e ci sono testimonianze del loro uso da parte dei Romani. In Inghilterra, nel periodo Vittoriano, le rose erano usate per una gran varietà di piatti.

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Hummus di barbabietola con fiori commestibili © iStock

Oggi assistiamo a un bel rinascimento di quest’idea. Ma prima di andare nel giardinetto sotto casa a raccogliere fiori, occorre fare attenzione! Alcuni fiori sono velenosi, perciò consultate il nostro elenco (e un anche un manuale fotografico per poter riconoscere i fiori) prima di cospargere di petali la vostra insalata!

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I fiori commestibili possono decorare gli alimenti ma anche migliorarli a livello di gusto © iStock

Quali fiori commestibili scegliere

Sono commestibili i fiori di: achillea, aglio selvatico, arancio, basilico, borragine, calendula, camomilla, caprifoglio, carota, centaurea, crisantemo, dente di leone, dalia, erba cipollina, fiordaliso, garofano, gelsomino, geranio, girasole, iris, lavanda, lillà, magnolia, malva, margherita, menta, mirto, nasturzio, papavero, passiflora, pesco, primula, robinia, rosa, rosmarino, rucola, salvia, sambuco, senape, tiglio, trifoglio, tulipano, viola del pensiero, zucca, zucchina.

Primule

Già dal nome si intuisce che questo è il primo fiore a spuntare in primavera, ai margini dei boschi, vicino ai corsi d’acqua, nei prati erbosi. In cucina se ne utilizzano principalmente i fiori nelle insalate e nelle minestre, con la carne, nelle frittate, ma anche le radici, il rizoma (fusto sotterraneo) e le foglie sono commestibili. Con i fiori di primula si preparano un’ottima marmellata, numerosi dolci e si aromatizza l’aceto di vino, da usare come originale condimento per le insalate di stagione. Oltre che saporita al gusto, la primula è anche ricca di virtù benefiche: radice e rizoma sono ricchissime di saponine triterpeniche che donano alla pianta proprietà espettoranti e mucolitiche. La presenza di “primaverina” e “primulaverina”, due sostanze derivate dall’acido salicilico (che nella forma sintetica è il principio attivo dell’aspirina) è responsabile delle preziose virtù analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche della primula.

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I fiori gialli contengono flavonoidi e carotene (pro-vitamina A). Svolgono attività antiossidante nell’organismo © iStock

Sono inoltre consigliati, con le foglie, in caso di emicranie e cefalee, in quanto esercitano un’azione antispasmodica e sedativa. Classico, in alcune gastronomie regionali, è l’abbinamento lattuga/primula, un’insalata che mangiata la sera procurerà un sonno piacevole e rigenerante. In alcune zone d’Italia, la primula sta divenendo sempre più rara, a causa della raccolta indiscriminata: sarà opportuno attenersi alle modalità di raccolta segnalate nelle zone interessate.

Margheritina

Questo piccolo fiore, detto anche “pratolina” è comune dal mare alla zona alpina, negli incolti, nei prati, lungo le strade. Si raccoglie da marzo a giugno e, volendo, si può anche far essiccare all’ombra e conservare in vasi di vetro per alcuni mesi. In cucina la margheritina, più precoce della margherita che fiorisce a partire dal mese di maggio, si utilizza soprattutto nelle insalate, ma non mancano ricette di accattivanti risotti o zuppe alle “pratoline”.

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Margheritine di campo © iStock

I fiori di margheritina, amarognoli al gusto, stimolano la diuresi e la sudorazione, con azione disintossicante: per potenziarne le proprietà depurative, l’ideale è miscelarli ad altre piante spontanee dotate della medesima virtù, come tarassaco, ortica e cicoria.

Viola del pensiero

I fiori della viola, profumati e bellissimi, si raccolgono appena sbocciati, la mattina presto. Si usano freschi o si essiccano al buio e si conservano al riparo dalla luce. Nonostante l’aroma intenso, la viola è versatile in cucina. Oltre che nelle insalate di stagione, i suoi fiori sono strepitosi fritti in pastella, canditi, oppure come ingrediente per i gelati.

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La viola del pensiero è un fiore commestibile che cresce soprattutto nel centro-nord Italia nei prati incolti, nei campi coltivati e lungo i fossi © iStock

Le proprietà salutari della viola sono numerose: è antiacneica, emolliente, depurativa, diuretica e decongestionante. Stimola la sudorazione e regola l’intestino. Buone anche le proprietà espettoranti e calmanti della tosse.

Liquore ai fiori

Ingredienti per il liquore ai fiori

  • 170 grammi di violette
  • 170 grammi di petali di rose rosse
  • 170 grammi di petali di acacia
  • 170 grammi fiori d’arancio
  • 1870 grammi di petali di garofano
  • 100 grammi di fiori di gelsomino
  • 3 chiodi di garofano
  • la buccia di un limone biologico
  • un cucchiaio raso di zucchero di canna integrale
  • 1 litro di brandy

Preparazione del liquore ai fiori

Dopo aver lavato e asciugato i petali, metterli in un barattolo di vetro a chiusura ermetica con un litro di brandy. Lasciare il barattolo al sole per un mese, scuotendolo di tanto in tanto, dopodiché filtrare il liquido attraverso una garza o un filtro da caffè americano. A piacere aggiustare di zucchero o… brandy. Questo liquore è ottimo come digestivo alla fine del pasto oppure servito su una coppa di gelato.

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