Salmone, proprietà nutrizionali e impatto ambientale di quello allevato

Il salmone è un pesce apprezzato per il suo gusto e per le sue proprietà nutritive, ma la produzione e il consumo di quello allevato richiedono consapevolezza riguardo al suo impatto ambientale.

  • Il salmone è un alimento apprezzato per gusto e versatilità, ma anche per le sue proprietà nutritive, in particolare proteine e omega 3.
  • Nel consumo di proteine animali occorre però considerare anche l’impatto ambientale generato dalla produzione.
  • Gli allevamenti di salmone norvegese si impegnano a ridurre questo impatto.

Oltre a essere un pesce versatile in cucina e diffuso sulle tavole di tutto il mondo, il salmone è apprezzato anche per le sue proprietà data la ricchezza in proteine, omega 3, vitamine e sali minerali. La pressione esercitata dalla pesca sulle popolazioni di salmone nei mari, però, è un tema critico quando si parla di consumo di questo pesce, così come lo è quello dell’impatto sull’ambiente degli allevamenti di salmone nel mondo. Ma qual è l’impronta ecologica della produzione di salmone rispetto a quella di altre proteine animali? Approfondiamo tutti questi aspetti.

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Il salmone è apprezzato per il suo gusto e per le sue proprietà © Getty Images

Proteine e omega 3: le proprietà del salmone

Il salmone contiene sali minerali quali fosforo e potassio ed è fonte di vitamine del gruppo B, in particolare B6 e B12. In una porzione da 100 g di salmone ci sono poi circa 20 g di proteine. Come tutte quelle di derivazione animale, le proteine del salmone sono complete, ovvero contenenti tutti gli aminoacidi essenziali che il nostro organismo deve obbligatoriamente assumere attraverso l’alimentazione. Il salmone contiene anche una buona dose di omega 3: si tratta di acidi grassi anch’essi definiti “essenziali” perché l’organismo non è in grado di produrli e devono essere assunti attraverso il cibo. Vengono chiamati “grassi buoni” per le loro proprietà benefiche su cuore e cervello. Secondo quanto riportato dall’Efsa, l’assunzione di 250 mg al giorno di acidi grassi omega 3 Epa e Dha (quelli più presenti nelle proteine animali) negli adulti può ridurre il rischio di cardiopatie.

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Le proteine sono uno dei tre macronutrienti essenziali per il nostro organismo @iStock

Assumere proteine complete dal salmone e dagli alimenti di origine animale è più “semplice” e “comodo” rispetto a farlo attraverso gli alimenti vegetali perché per introdurre tutti gli amminoacidi essenziali con i vegetali occorre fare una combinazione di più alimenti, per esempio cereali e legumi. Anche nel caso degli omega 3, mentre l’acido grasso Ala è più abbondante nei prodotti vegetali, Epa e Dha abbondano nei pesci e una porzione di salmone da 100 g contiene circa l’apporto settimanale raccomandato.

Detto ciò è anche vero che un’alimentazione in cui sono presenti più alimenti vegetali – come ad esempio i legumi, i semi e la frutta secca –  rispetto a quelli di origine animale consente di abbassare notevolmente l’impronta ecologica dei propri consumi a tavola, oltre a escludere le problematiche relative al benessere animale.

L’impatto del salmone allevato 

Quando si consumano proteine animali, non bisogna dimenticarsi dell’impatto che la produzione ha sull’ambiente in termini di sfruttamento di risorse, inquinamento, emissioni di CO2. Questo impatto varia a seconda del tipo di prodotto. Facendo alcuni confronti, serve circa 1 kg di mangime per allevare un chilo di salmone, mentre ce ne vogliono 3 chili per ottenere 1 chilo di carne suina, e 8 chili per 1 chilo di carne bovina. Secondo i dati della Ecological society of America, inoltre, l’impronta ecologica degli allevamenti di salmone, in termini di CO2, è inferiore rispetto a quella della produzione di carne bovina: 0,6 kg/CO2 eq per 40 g di proteine commestibili di salmone contro 5,9 kg/CO2 eq per la stessa quantità di proteine di carne bovina. 

Le caratteristiche del salmone allevato in Norvegia 

La metà della produzione mondiale del salmone allevato ha origine in Norvegia. Il salmone norvegese è nutrito con mangimi che, se in passato erano costituiti dal 90 per cento di farine e oli di pesce, ora ne contengono, per questioni di sostenibilità, il 30 per cento: come spiegato in questo contributo promosso dal Norwegian Seafood Council, si tratta comunque di una percentuale che garantisce livelli sufficienti di acidi grassi omega 3 nel salmone allevato. Gli ingredienti marini dei mangimi sono pesci e sottoprodotti della produzione ittica provenienti da attività regolamentate, mentre gli ingredienti vegetali, la parte preponderante, sono colza, girasole, mais, grano e soia provenienti da produzioni sostenibili.

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La Norvegia produce la metà del salmone d’allevamento nel mondo © Norwegian Seafood Council

L’allevamento del salmone norvegese si distingue, poi, per un utilizzo minimo di antibiotici. Con la scelta di utilizzare dei vaccini per i pesci, meno dell’1 per cento dei salmoni allevati norvegesi vengano trattati con antibiotici, somministrati esclusivamente all’occorrenza e su prescrizione veterinaria. In ogni caso, i salmoni destinati al consumo non presentano tracce di antibiotici. Da sapere: il salmone norvegese allevato può essere consumato crudo senza che venga prima congelato perché il rispetto delle procedure di allevamento e alimentazione dei pesci garantisce l’assenza nei salmoni di parassiti potenzialmente pericolosi nell’uomo. 

Conoscere tutti questi aspetti consente di portare in tavola il salmone con una consapevolezza maggiore per quanto riguarda la salute, nostra e dell’ambiente. Consapevolezza che è sempre più necessaria per affrontare le sfide globali dei sistemi alimentari.

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